Via libera al cumulo gratuito dei contributi per i professionisti. La convenzione tra Inps e Adepp, l’Associazione degli enti previdenziali privati, dopo un anno di istruttoria (era stata prevista dalla Legge di Stabilità 2017) arriva finalmente in porto e riguarderà potenzialmente 700mila lavoratori in attività, di cui 70mila hanno già più di 60 anni. In pratica tutti coloro che hanno versato i contributi previdenziali sia sulle rispettive casse professionali che all’Inps potranno ora fare domanda per una pensione cumulativa gratuita.
Il cumulo gratuito consente dunque di sommare i periodi di iscrizione a enti diversi (magari perché la propria vita lavorativa è stata discontinua) per avere un’unica pensione, anche se in nessuna delle gestioni, presa singolarmente, sono stati maturati i requisiti contributivi richiesti. Il cumulo vale sia per la pensione di vecchiaia che per quella anticipata. Il cumulo è un sistema più vantaggioso rispetto alla totalizzazione, che ha lo stesso obiettivo ma assicura un assegno pensionistico inferiore. Con la totalizzazione, infatti, i vari periodi contributivi vengono conteggiati esclusivamente con il sistema contributivo. Con il cumulo, invece, chi ha maturato un’anzianità contributiva per la quale ha diritto all’applicazione del sistema retributivo mantiene questo diritto
Concretamente, la procedura informatica per effettuare la richiesta sarà pronta tra una decina di giorni, secondo quanto ha spiegato il presidente dell’Inps, Tito Boeri, illustrando la novità insieme all’omologo dell’Adepp, Alberto Oliveti, e coloro che avevano già invitato la domanda (5mila lavoratori ad oggi) non dovranno presentarla di nuovo. Quasi novemila sono invece i lavoratori che nei mesi scorsi hanno già presentato domanda di cumulo tra diverse gestioni dell’Inps: questa procedura è più semplice, mentre più complicato è stato stabilire come dovessero procedere i lavoratori che hanno versato solo in parte all’Inps e il resto alle casse professionali.
Si è deciso di procedere sulla strada della “pensione a formazione progressiva”, cioè la domanda va presentata all’ultimo ente presso il quale il professionista è stato iscritto, ma il trattamento sarà liquidato pro quota: la parte di pensione legata a requisiti più elevati sarà pagata solo quando questi ultimi saranno stati raggiunti. Tra le casse professionali interessate alla novità ci sono notai, avvocati, architetti e ingegneri (Inarcassa), commercialisti, giornalisti (Inpgi), psicologi, veterinari, infermieri, farmacisti, consulenti del lavoro, agenti di commercio, medici e odontoiatri, geometri e ragionieri (l’elenco completo).