Le pensioni italiane si ritrovano al centro di un fuoco incrociato e i colpi arrivano da almeno due versanti: da una parte la legge di Stabilità introduce aumenti delle tasse sui rendimenti dei fondi pensione e su quelli delle casse di previdenza privatizzate, dall’altro si profila una rivalutazione negativa dei montanti contributivi, legata all’aggiornamento annuale del valore calcolato dall’Istat. C’è poi l’impatto legato alla possibilità di anticipare il Tfr in busta paga.
RIVALUTAZIONE NEGATIVA DEL MONTANTE CONTRIBUTIVO
Partiamo dalla novità meno conosciuta. Per “montante contributivo individuale” s’intende il capitale che il lavoratore ha accumulato nel corso degli anni di attività. Dal 1995, il montante viene rivalutato ogni anno in base alla media della variazione del Pil italiano nei cinque anni precedenti (facendo riferimento ai dati Istat), a un tasso che si applica retroattivamente.
Il trend negativo del prodotto interno lordo ha quindi inciso in modo sensibile sulle rivalutazioni, che dal 5,6% iniziale sono scese nel 2010 sotto il 2% e ora – per la prima volta – sono scese in territorio negativo (-0,1927% nel 2014). Ciò significa che i contributi versati e rivalutati fino al 31 dicembre 2013 non cresceranno affatto: al contrario, diminuiranno.
Non è ancora da escludere, tuttavia, che la politica decida di modificare le regole per fare in modo che i montanti restino perlomeno invariati.
LE NOVITA’ SUL TFR
Impatteranno sulle pensioni (future) anche gli interventi decisi in materia di Tfr, ovvero l’incremento dall’11 al 17% della tassazione sulla rivalutazione delle somme accantonate e la possibilità, in via sperimentale per tre anni, di anticipare in busta paga la liquidazione che si matura nel periodo (anche se destinata ai fondi pensione), che sarà tassata con l’aliquota ordinaria invece di quella agevolata.
Le conseguenze principali saranno due: chi lascerà il Tfr a maturare fino alla pensione avrà un rendimento minore rispetto a quello finora garantito a causa dell’incremento dell’aliquota; chi invece sceglierà l’anticipo avrà alla fine della vita lavorativa un trattamento inferiore rispetto a quello che avrebbe accumulato e nei prossimi tre anni pagherà più tasse (anche se questo rincaro fiscale non riguarderà tutti i contribuenti).
Queste novità renderanno ancora più difficile la situazione di chi andrà in pensione fra 20-30, quando il tasso di sostituzione (ossia il rapporto percentuale fra la prima annualità completa della pensione e l’ultimo reddito annuo completo immediatamente precedente il pensionamento) rischia già di rimanere sotto il 60% per altre ragioni (l’entrata nel mercato del lavoro sempre più ritardata, i periodi di disoccupazione dovuti al precariato, il calo delle retribuzioni e quindi contributi).
PIU’ TASSE SUI FONDI PENSIONE…
La versione attuale della legge di Stabilità prevede anche un aumento dell’aliquota sui fondi pensione integrativa dall’11,5 al 20%, per allinearla ai valori medi europei e – come sottolineato dal Tesoro – a quelli delle tassazioni italiane sulle rendite. Di conseguenza, i lavoratori che hanno scelto d’investire nella previdenza complementare per incrementare la pensione si vedranno riconoscere rendimenti netti più bassi.
…E PIU’ TASSE SULLE CASSE DI PREVIDENZA PRIVATIZZATE
Infine, salirà dal 20 al 26% il prelievo fiscale sulle rendite finanziarie delle casse di previdenza privatizzate, che contano circa 1,5 milioni di iscritti. Il rincaro determinerà un calo delle pensioni di circa dieci punti percentuali.
COME RIDURRE LA STANGATA
Dal ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, è arrivata un’apertura alle Casse, che chiedono di rivedere l’incremento fiscale. La commissione Finanze di Montecitorio, invece, ha chiesto d’intervenire sull’aumento delle tasse per fondi pensione e rivalutazione del Tfr.
Il problema sarà trovare una strada per mantenere invariati i saldi della manovra, considerando che per la rivalutazione del Tfr servono 140 milioni di euro l’anno, per i fondi pensioni 340 e per le Casse altri 50. Quanto ai montanti contributivi, non è ancora chiaro quante risorse siano necessarie per evitare il calo.