Il decreto sulla rivalutazione automatica delle pensioni e sul rimborso parziale degli arretrati è legge da ieri pomeriggio. Il tetto per la restituzione della mancata indicizzazione delle pensioni nel 2012 e nel 2013, causato da un provvedimento dell’allora Governo Monti, è stato fissato al 40% mentre l’adeguamento al 100% dell’inflazione è valido soltanto per le pensioni fino a 3 volte il minimo. Ma andiamo a vedere nello specifico cosa prevede il decreto per quanto riguarda la restituzione degli arretrati. L’Inps ha già disposto le direttive agli uffici con una circolare del 25 giugno.
Il primo agosto 3,7 milioni di pensionati otterranno fino a un massimo del 40% degli arretrati del 2012 e 2013. Chi è interessato a questo provvedimento? Si tratta di coloro che erano già in pensione nel biennio 2012-2013 con un assegno tra i 1500 euro e i 3000 euro lordi. Il provvedimento è stato preso dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il blocco della riforma targata Monti-Fornero.
La restituzione parziale degli importi sarà inversamente proporzionale all’importo dell’assegno pensionistico. Cosa significa? Ciò comporta che qualcosa in più andrà a chi avrà un assegno più basso e qualcosa in meno a coloro che avevano un assegno pensionistico vicino ai 3000 euro lordi.?? Oggi il Corriere della Sera ha fatto i conti e ha indicato i rimborsi che arriveranno ad agosto per diverse fasce di reddito. Ad esempio, per coloro che nel 2011 hanno ricevuto un assegno pensionistico di 2700 euro lordi verrà corrisposto un rimborso di 295 euro, netti per il biennio 2012-2013. Dall’altra parte, chi incassava una pensione da 1500 euro lordi si vedrà restituire per il biennio 2012-2013 una rata da 708 euro, rispetto ai 1677 euro lordi cui avrebbe diritto. Per le pensioni da 2000 euro nel 2011 ecco che verranno rimborsati 504 euro a fronte di 2173 euro erosi dallo stop alle indicizzazioni.
A proposito di indicizzazioni, il decreto di ieri, per il biennio 2012-2013, ha lasciato l’adeguamento all’inflazione al 100% solo per le fasce fino a 3 volte il trattamento minimo (nel 2012 il minimo era pari a 481 euro, poi diventati 485 euro nel 2013. E’ salito a 502,39 euro nel 2015) . Per le fasce da 3 a 4 volte il minimo il ricalcolo è fermo al 40%, per i trattamenti tra da 4 a 5 volte il minimo si passa al 20% mentre per la fascia da 5 a volte il minimo, il calcolo sull’adeguamento all’inflazione si ferma al 10%. Dal calcolo dell’indicizzazione delle pensioni sono escluse tutte le pensioni oltre 6 volte il minimo.