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Pensioni: riscatto, cumulo, ricongiunzione, totalizzazione per rafforzare l’assegno

La pensione è il tema più scottante della Legge di stabilità per il 2016. Mentre il governo pensa a come introdurre maggior flessibilità nel sistema pensionistico italiano, è utile ricordare i “trucchi” che possono tagliare i tempi per il raggiungimento della pensione e rafforzare l’assegno.

Pensioni: riscatto, cumulo, ricongiunzione, totalizzazione per rafforzare l’assegno

Il tema delle pensioni è certamente il più scottante – insieme a quello della tasse sulla casa – della prossima legge di stabilità. Il premier ha annunciato l’introduzione di più “flessibilità” nel sistema pensionistico italiano che permetta a chi lo desideri di uscire prima dal luogo di lavoro e ottenere la tanto desiderata pensione. Ma l’uscita anticipata avrà certamente un costo per il pensionato. La difficile sostenibilità del sistema delle pensioni italiano obbliga il governo ad una manovra che ricada sulle tasche dei pensionati piuttosto che sui conti dell’Inps. E così è probabile che il lavoratore che vorrà avere accesso anticipato alla pensione dovrà rinunciare ad una percentuale – non ancora definita – dell’assegno pensionistico.

Inoltre dal primo gennaio si modificano ancora i requisiti per andare in pensione. Così come previsto dalla riforma Fornero i requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione si allungano di pari passo con l’aspettativa di vita che cresce. E così, alla luce dei requisiti più stringenti e dal costo dell’uscita anticipata assume maggior importanza la capacità di sfrutturare il più possibile ogni anno di lavoro.

Tra i trucchetti che un lavoratore che aspiri alla pensione può utilizzare ci sono il riscatto, il cumulo, la ricongiunzione e la totalizzazione utili a valorizzare ogni contributo utile al raggiungimento dei requisiti richiesti per avere accesso alla pensione.

Riscatto

Probabilmente il meccanismo più conosciuto, il riscatto permette di conteggiare nei contributi necessari per la pensione anche gli anni in cui, per esempio, si è studiato alol’università. Ma anche riscattare gli anni universitari sommandoli a quelli di lavoro ha un costo e spesso molto elevato. Riscattare gli anni di laurea, infatti, ha un costo variabile e il corrispettivo versamento da effettuare corrisponde al 33% dello stipendio lordo. E’ quindi consigliabile riscattare gli anni di studio all’inizio della carriera lavorativa quando lo stipendio è più basso.  

La richiesta di riscatto può essere fatta solo se si è conseguito il titolo di laurea, se i periodi di studio non sono coperti da altra contribuzione obbligatoria e riguarda solo gli anni accademici effettivi del corso di laurea, sono quindi esclusi gli anni fuori corso. Da sottolineare però che è possibile dilazionare il riscatto in dieci anni, rateizzando quindi l’esborso e che le somme versate per il riscatto sono interamente deducibili fiscalmente. Infine, il riscatto è valido anche per i periodi di aspettativa per motivi familiari o di studio, gli anni di lavoro all’estero in Paesi non convenzionati con l’Italia, gli intervalli tra un lavoro e l’altro.

Totalizzazione

La totalizzazione permette ai  lavoratori con carriere discontinue di cumulare i contributi accumulati in gestioni previdenziali differenti. Il Decreto Legislativo 42/2006 consente ai lavoratori di utilizzare la totalizzazione nazionale per sommare tali periodi, se non coincidenti, per raggiungere il diritto alla pensione. La totalizzazione ha il vantaggio di interessare praticamente tutte le casse, comprese quelle dei liberi professionisti e permette, inoltre, di sommare i contributi della gestione separata Inps che altrimenti non può essere ricongiunta.

Cumulo

Il decreto legge 112/2008 ha stabilito la piena cumulabilità tra reddito di lavoro dipendente o autonomo e pensione sia con le pensioni di anzianità che con quelle di vecchiaia. La faccenda però cambia a seconda che si tratti del sistema contributivo e retributivo. Se infatti nel sistema retributivo la pensione è pienamente cumulabile con i redditi da lavoro i lavoratori che, invece, hanno iniziato a versare i contributi dal gennaio 1996 o chi è andato in pensionato optando per il sistema contributivo, le regole in materia di cumulo della pensione con l’attività lavorativa sono più complesse. Lo svantaggio del cumulo rispetto alla totalizzazione è che in questo caso non si possono considerare i contributi versati presso le casse professionali. Entrambi gli istituti – è bene sottolinearlo – sono gratuiti. 

In sostanza, il risultato del cumulo dei contributi da pensione è lo stesso della totalizzazione, a patto però che non si raggiungano i requisiti minimi in nessuna delle gestioni oggetto del cumulo.

Ricongiunzione

Infine, l’ultimo trucchetto per tagliare i tempi di accesso alla pensione, è la ricongiunzione. Il lavoratore con una carriera discontinua può chiedere la ricongiunzione dei contributi che confluiscono tutti sull’ultima gestione alla quale si è iscritto. A differenza della totalizzazione, però, la ricongiunzione dei contributi per la pensione ha dei costi, spesso ingenti. 

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