Le pensioni calcolate con il metodo retributivo – che si basa sull’ultimo stipendio ricevuto dal lavoratore anziché sui contributi versati – non saranno toccate dal governo. Lo ha assicurato il premier Matteo Renzi, garantendo che “chi prende una certa cifra, anche se superiore rispetto a quanto effettivamente versato, non rischia in alcun modo di vedersela ridotta”.
In una lettera indirizzata al quotidiano Libero, il Presidente del Consiglio risponde alle critiche avanzate da Vittorio Feltri in tema di pensioni. “Le pensioni, oggi – scrive Renzi -, sono sicure per tutti. Per la prima volta in Italia, dopo anni, si parla di pensioni non per ridurle, ma per aumentarle. Tra intervento sulle pensioni basse e meccanismi per favorire l’anticipo di uscita, sulla previdenza vogliamo mettere più soldi, e non di meno, come accaduto in passato. Per noi l’intervento sulle pensioni basse risponde ad una questione di equità e sta dentro una visione strategica dell’economia che poggia su due pilastri: inclusione e crescita”.
Secondo Cesare Damiano, deputato Pd e presidente della Commissione Lavoro alla Camera, quella di Renzi è “una precisazione importante, anche se non strettamente necessaria, che serve però a far tacere definitivamente gli ultimi ‘giapponesi’ che sostengono il ricalcolo, al basso, delle pensioni retributive, mettendo inutilmente in allarme milioni di pensionati. Su questo argomento alla Commissione lavoro della Camera abbiamo tenuto tempo fa l’audizione di un direttore dell’Inps che ha definitivamente chiarito che un ricalcolo contributivo delle pensioni retributive sarebbe anche tecnicamente impossibile”, perché in molti casi le amministrazioni pubbliche non hanno la necessaria documentazione.
Renzi ha inoltre “ribadito che saranno aumentate le pensioni più basse – ha concluso Damiano -. Una scelta giusta che va però chiarita: l’aumento deve essere realizzato con la rivalutazione della quattordicesima già esistente, che tiene conto dei contributi versati. Un aumento uguale per tutti sarebbe assistenziale e non avrebbe niente a che vedere con la previdenza. Evitiamo di commettere errori”.