Il governo ha modificato l’articolo 33 della manovra, che riguarda la riduzione delle pensioni per 732.000 lavoratori pubblici nel corso di vent’anni, inclusi medici, dipendenti degli enti locali, insegnanti e ufficiali giudiziari.
La stretta si limita ai pensionamenti anticipati, indipendentemente dall’età anagrafica, e introduce un nuovo meccanismo per ritardare l’accesso alla pensione, con un periodo aggiuntivo che varia da un minimo di un mese a un massimo di sei mesi per tutte le categorie coinvolte. L’emendamento, approvato dalla Ragioneria, prevede tre modifiche: le prime due si applicano a tutti, mentre la terza riguarda solo medici e infermieri.
Le modifiche apportate
L’emendamento garantisce la tutela delle pensioni di vecchiaia e dei diritti acquisiti fino al 31 dicembre 2023. La stretta sui pensionamenti anticipati, a partire dal 2024, si applicherà al canale d’uscita con 42 anni e dieci mesi di contribuzione (41 anni e dieci mesi per le donne), indipendentemente dall’età anagrafica. Sono esclusi dai tagli anche i lavoratori che cessano dal servizio per raggiungimento dei limiti di età previsti o che vengono collocati a riposo d’ufficio per aver maturato l’anzianità massima di servizio prevista.
Esclusivamente per medici e infermieri che optano per la pensione anticipata dal prossimo anno (con 42 anni e 10 mesi di contributi, ridotti a 41 anni e 10 mesi per le donne), l’emendamento prevede una riduzione del taglio pari a un 36esimo per ogni mese di lavoro aggiuntivo. Di conseguenza, il taglio completo viene annullato con almeno 3 anni di lavoro in più.
Le restanti categorie di dipendenti pubblici, diverse da medici e infermieri, subiranno il taglio della pensione anticipata come inizialmente previsto.
Finestre temporali
L’intervento complessivo non avrà impatti finanziari sullo Stato. Questo risultato è ottenuto mediante l’applicazione di finestre temporali che ritardano l’uscita di queste quattro categorie di lavoratori pubblici nel tempo.
Nel dettaglio, sono previsti ritardi di 3 mesi nel 2024, 4 mesi nel 2025, 5 mesi nel 2026, 7 mesi nel 2027 e addirittura 9 mesi a partire dal 2028. Per un risparmio totale di 1,1 miliardi, coprendo così le salvaguardie introdotte con l’emendamento.
Lavoro fino a 70 anni
L’articolo 33 conferma l’esclusione dal taglio per tutti i dipendenti pubblici messi “a collocamento d’ufficio”.
Viene consentito, a coloro che presentano domanda di trattenimento in servizio, di lavorare oltre i 40 anni di contributi, purché non superino i 70 anni di età.