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Pensioni marzo 2025: date, aumenti e tagli fiscali. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul cedolino

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Marzo 2025 porta con sé importanti novità per i pensionati italiani. Se da un lato si confermano gli aumenti dovuti alla rivalutazione per l’inflazione, dall’altro molti assegni subiranno un taglio per via delle trattenute fiscali. Inoltre, alcuni pensionati dovranno fare i conti con un leggero ritardo nel pagamento. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle pensioni di marzo 2025.

Quando verranno pagate le pensioni a marzo?

Le pensioni di marzo arriveranno con un ritardo per alcuni pensionati. Per chi ritira la pensione in contanti presso Poste Italiane, i pagamenti inizieranno il 1° marzo e proseguiranno in ordine alfabetico fino al 7 marzo. Per chi invece riceve l’accredito su conto corrente bancario o postale, l’importo sarà disponibile dal 3 marzo. La differenza tra Poste e banche dipende dal fatto che le prime considerano il sabato come giorno bancabile, mentre gli istituti bancari no.

Rivalutazione delle pensioni 2025: chi guadagna di più?

Le pensioni del 2025 sono state adeguate all’inflazione con la perequazione automatica. L’incremento generale è dello 0,8% per gli assegni fino a quattro volte il trattamento minimo, ma le rivalutazioni variano in base all’importo della pensione:

  • Pensioni minime (fino a 616,67 euro): incremento del 2,2%.
  • Pensioni fino a 2.394,44 euro lordi: rivalutazione dello 0,8%.
  • Pensioni tra 2.394,45 e 2.993,06 euro lordi: rivalutazione dello 0,72%.
  • Pensioni oltre 2.993,06 euro: rivalutazione dello 0,60%.

Non tutte le prestazioni rientrano nella rivalutazione. Ad esempio, assegni straordinari, isopensione, indennità di espansione e Ape Sociale non beneficiano di questo adeguamento, perché non sono considerate pensioni vere e proprie.

Pensioni marzo 2025: perché saranno più basse per molti?

Se da un lato la rivalutazione porta un leggero aumento, dall’altro le trattenute fiscali rischiano di ridurre l’importo netto per molti pensionati. A marzo, infatti, tornano le addizionali comunali e regionali, che incidono direttamente sull’assegno.

Le trattenute vengono calcolate in due fasi: a marzo si paga l’acconto per l’anno (pari al 30% dell’importo totale), mentre da gennaio a novembre si procede con il saldo, riferito alle addizionali dell’anno precedente.

L’effetto? Una riduzione dell’assegno fino a 60 euro rispetto a febbraio. L’importo dipenderà dalla residenza del pensionato, poiché le addizionali variano da comune a comune.

Attenzione: per chi ha un reddito annuo fino a 18mila euro e un conguaglio a debito superiore a 100 euro, l’Inps rateizzerà il recupero fino a novembre, evitando tagli troppo pesanti in un solo mese.

Come consultare il cedolino pensione sull’Inps

Il cedolino della pensione è disponibile online il giorno 20 di ogni mese. Per visualizzarlo è necessario accedere al sito Inps, selezionare “Cedolino della pensione” e autenticarsi tramite Spid, Carta Nazionale dei Servizi (Cns) o Carta d’Identità Elettronica (Cie). A questo punto accedere al Fascicolo Previdenziale, navigando nella sezione “Prestazioni” > “Pagamenti” per consultare l’importo della pensione, visualizzare le variazioni dell’accredito e scaricare le certificazioni necessarie.

Attenzione al modello Red 2025 e le scadenze fiscali

Un’altra scadenza importante riguarda il modello Red 2025, che va presentato entro il 28 febbraio per i pensionati che percepiscono prestazioni collegate al reddito. La dichiarazione può essere inviata direttamente all’Inps tramite il servizio online “Red Precompilato” o presentata tramite Caf e altri soggetti abilitati. È importante ricordare che l’Inps non invia più comunicazioni cartacee per sollecitare l’invio del modello; quindi, è importante rispettare la scadenza per evitare sospensioni delle prestazioni.

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