Con l’arrivo di maggio, i pensionati italiani si preparano a ricevere il loro pagamento mensile, ma quest’anno ci sono alcune novità importanti. A causa delle modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio, molti potrebbero vedere ridotto l’importo netto della pensione, soprattutto coloro che hanno ancora figli a carico con più di 30 anni.
Quando arrivano le pensioni di maggio 2025?
A causa della festività del 1° maggio (Festa dei Lavoratori), i pagamenti delle pensioni subiranno un lieve slittamento. Gli accrediti saranno effettivi da venerdì 2 maggio 2025. Chi ritira la pensione in contanti presso gli uffici postali dovrà seguire questo calendario, suddiviso per iniziale del cognome: il 2 maggio sarà il turno dei pensionati con cognomi dalla A alla B, il 3 maggio (solo al mattino) quelli dalla C alla D, il 5 maggio toccherà da E a K, il 6 maggio da L a O, il 7 maggio da P a R e infine l’8 maggio da S a Z.
Per quanto riguarda i prelievi in contanti, presso gli sportelli postali il limite è fissato a 1.000 euro. Chi possiede un libretto postale, un conto BancoPosta o una Postepay Evolution può ritirare l’importo tramite sportello Postamat, oppure riceverlo direttamente sul proprio conto, a condizione che quest’ultimo sia stato comunicato all’Inps.
Pensioni maggio 2025: ci sono aumenti?
Per la maggior parte dei pensionati, nel mese di maggio 2025 non sono previsti aumenti rispetto ad aprile. Le aliquote Irpef e le trattenute fiscali restano invariate, con l’Inps che continuerà ad applicare la ritenuta d’acconto provvisoria, soggetta a successivo conguaglio.
Un’eccezione riguarda i pensionati che percepiscono un importo inferiore al trattamento minimo Inps (603,40 euro). Per loro è confermata la maggiorazione straordinaria del 2,2%, una misura temporanea pensata per contrastare l’inflazione. L’aumento sarà indicato come voce separata nel cedolino.
Addio alle detrazioni per figli over 30
Una delle novità più rilevanti introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 è l’eliminazione delle detrazioni per figli a carico con più di 30 anni. Fino al 2024 queste detrazioni potevano arrivare fino a 950 euro l’anno. Da quest’anno, invece, non saranno più riconosciute, comportando un impatto negativo sull’importo netto della pensione per chi ancora sostiene economicamente figli adulti. Rimane invece invariata, senza limiti di età, la detrazione per i figli disabili a carico.
A seguito di queste modifiche fiscali, alcuni pensionati potrebbero trovarsi con un conguaglio a debito nel cedolino di maggio. L’Inps provvederà infatti a recuperare eventuali imposte non trattenute nei mesi precedenti.
Conguagli e trattenute nel cedolino
Nel cedolino di maggio potranno essere presenti diverse trattenute fiscali. Tra queste troviamo l’Irpef, calcolata in base agli scaglioni di reddito; le addizionali regionali e comunali, suddivise in 11 rate da gennaio a novembre; e infine eventuali conguagli relativi all’Irpef 2024, nel caso in cui nei mesi precedenti non siano state applicate correttamente tutte le ritenute. Alcune prestazioni restano comunque esenti da trattenute: è il caso delle pensioni di invalidità civile, degli assegni sociali, delle prestazioni erogate ai residenti esteri e di quelle destinate alle vittime del terrorismo.
Come consultare il cedolino della pensione
Il cedolino della pensione di maggio 2025 è disponibile sul portale Inps. I pensionati possono accedere alla propria area personale MyInps per scaricare il cedolino in formato pdf e controllare gli importi e le eventuali variazioni. Inoltre, è possibile ricevere il cedolino direttamente via email, attivando il servizio nella sezione “Gestione consensi” del portale.
Per chi intende accedere alla pensione anticipata tramite la Quota 97,6 (o 98,6 nel caso dei lavoratori autonomi), la domanda deve essere presentata entro il 1° maggio 2025. I requisiti richiesti sono almeno 35 anni di contributi e un’età di 61 anni e 7 mesi, a condizione che il lavoratore abbia svolto mansioni usuranti o particolarmente faticose durante la propria carriera.
La stretta del governo sulle pensioni anticipate si fa sentire
Intanto, i dati del primo trimestre 2025 mostrano un significativo calo delle pensioni anticipate. Tra gennaio e marzo 2025, le uscite con 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) sono crollate del 23%, passando da 70.334 a 54.094 pensioni. Il calo è più marcato tra i dipendenti pubblici (-34%), con solo 8.014 uscite, rispetto ai dipendenti privati che registrano una riduzione del 19% (26.683 uscite). In dettaglio, i settori mostrano differenze significative: 83.260 pensioni liquidate nel settore privato con un importo medio di 1.432 euro, mentre nel pubblico le pensioni raggiungono i 2.172 euro medi, con punte di 2.730 euro per quelle di vecchiaia. Tra i parasubordinati, invece, l’importo medio si ferma a 320 euro, con 10.775 pensioni liquidate. Questo scenario indica non solo una stretta sulle pensioni anticipate, ma anche un crescente divario tra i vari settori e tipologie di lavoratori.