Il progressivo invecchiamento della popolazione, il cambiamento della natura del lavoro e gli effetti della recessione sulle finanze pubbliche dei principali paesi Ue esercitano notevoli pressioni sulla sostenibiltà finanziaria dei sistemi previdenziali.
Secondo i dati della Banca mondiale, a partire dalla prima metà degli anni ’60 a oggi il tasso di fertilità a livello mondiale è sceso da una media di 5 a 2,5 figli per donna e in quasi tutti gli stati Ue a partire dagli anni successivi al fenomeno del baby-boom si è passati da una media di 2,6 a 1,5 figli nel 2015.
L’invecchiamento europeo è dovuto anche a un aumento della speranza di vita: dal 1975 al 2015 l’aspettativa di vita si è allungata di dieci anni per gli uomini arrivando a 78 anni di età e di otto anni per le donne che hanno raggiunto gli 83 anni. I più longevi in Europa sono gli spagnoli con una speranza di vita di circa 83 anni, seguiti dagli italiani e dai francesi.
Secondo l’Ocse dal 1975 al 2015 anche l’aspettativa di vita in pensione è aumentata di circa 4 anni nella Ue, raggiungendo i 16,4 anni per gli uomini e i 20 anni per le donne. Spagna, Francia e Italia superano la media europea con 22-23 anni per le lavoratrici e circa 18 anni per i lavoratori. L’invecchiamento della popolazione è confermato da un aumento significativo del tasso di dipendenza degli anziani: se nel 1975 per ogni over 65 c’erano 5 persone in età lavorativa nel 2050 ci saranno poco meno di due persone in età lavorativa per ogni anziano (previsioni Ocse).
I cambiamenti demografici e macroeconomici hanno portato a partire dagli anni ’90 i policy makers dei paesi Ue a riformare il sistema previdenziale adottando sia nuovi schemi pensionistici sia misure mirate all’allungamento dell’età pensionabile, all’aumento degli anni di contribuzione minimi, alla restrizione dei requisiti per il prepensionamento, a incentivi di flessibilità volti a prolungare la vita lavorativa prima dell’uscita dal mercato del lavoro. Nella Ue in media l’età di uscita effettiva dal mercato del lavoro in 15 anni è aumentata di circa 2,8 anni passando da 60,3 nel 2001 a 63,1 nel 2016. Se si confronta l’età pensionabile effettiva con l’età pensionabile statutaria nel 2016, l’Italia registra il gap più elevato: 4,4 anni per gli uomini e 4,2 per le donne.
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