La mini riforma delle pensioni 2017 inizia ad avere contorni definiti e probabilmente giovedì governo e sindacati si incontreranno per trovare la quadra finale. Non sarà un compito semplice, perché il capitolo previdenziale della manovra che il governo dovrà presentare entro il 20 ottobre contiene diverse novità: dalla maggiore flessibilità in uscita con l’Ape (Anticipo pensionistico) all’estensione della quattordicesima, dalle nuove norme per i lavoratori precoci a quelle per chi ha svolto lavori usuranti, dal ricongiungimento gratuito alla no tax area.
APE
L’Ape dovrebbe articolarsi in tre diverse tipologie. Quella su base volontaria permetterà di ritirarsi dal mercato del lavoro con un anticipo massimo di tre anni e sette mesi rispetto ai normali requisiti per la pensione di vecchiaia, ma solo se la pensione maturata non sarà inferiore a una certa soglia (tra 500 e 750 euro, ancora non è deciso). Il ritiro anticipato sarà possibile grazie a un prestito bancario assicurato che dovrà essere rimborsato nei primi vent’anni di pensionamento effettivo con un taglio dell’assegno previdenziale pari al 6% per ogni anno d’anticipo, compresi gli interessi bancari e d’assicurazione.
Proprio su questo fronte, però, arriva una novità rilevante: l’introduzione di un credito d’imposta sugli interessi e sui premi assicurativi pagati, così da ridurre il costo del rimborso. Inoltre, sulla base di un accordo con il pensionando, il datore di lavoro potrà versare i contributi per gli anni mancanti, il che garantirebbe una pensione più consistente.
La seconda tipologia è la cosiddetta Ape social, cioè a carico dello Stato e a costo zero per il lavoratore, che sarà garantita alle categorie in difficoltà (disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili, lavoratori con disabili a carico e lavoratori che hanno svolto “attività gravose” ancora da definire) ammesso che spetti loro una pensione inferiore a una certa soglia, probabilmente 1.300 euro al mese. Le persone in difficoltà con un reddito superiore alla soglia d’esenzione potranno comunque beneficiare di un taglio ridotto dal 6 al 3% per ogni anno d’anticipo.
L’ultima tipologia è l’Ape aziendale, in base alla quale il ritiro anticipato dei lavoratori coinvolti in ristrutturazioni aziendali sarà finanziato in tutto o in parte dal datore di lavoro.
QUATTORDICESIMA
La quattordicesima sarà concessa anche agli 1,2 milioni di pensionati con redditi complessivi personali fino mille euro al mese, pari a due volte il trattamento minimo Inps. La platea complessiva che incasserà la quattordicesima arriverà cosi a quota 3,3 milioni di persone. I 2,1 milioni di pensionati che già la percepivano, quelli con un assegno mensile fino a 750 euro al mese, vedranno aumentare la mensilità extra del 30%, come ha confermato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.
PENSIONI ANTICIPATE AI LAVORATORI PRECOCI
I lavoratori precoci, ossia coloro che hanno versato almeno 12 mesi di contributi anche non consecutivi prima di compiere 19 anni, potranno accedere alla pensione con 41 anni di contributi, invece dei 42 anni e 10 mesi oggi previsti, ma solo se appartengono a una delle seguenti categorie svantaggiate: disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili e lavoratori che hanno svolto le “attività gravose” di cui sopra. Questi stessi lavoratori, inoltre, non si vedranno più tagliare l’assegno se andranno in pensione prima dei 62 anni d’età (mentre al momento è prevista una riduzione dell’1% per ogni anno d’anticipo).
PENSIONI PIÙ SEMPLICI PER CHI HA SVOLTO LAVORI USURANTI
Chi ha svolto lavori usuranti per almeno 7 degli ultimi 10 anni di vita professionale potrà andare in pensione con un anticipo di 12 o 18 mesi anche rispetto all’attuale normativa agevolata, che prevede un anticipo fino a 5 anni. Per questa categoria, inoltre, dal 2019 la pensione sarà sganciata dalla speranza di vita, meccanismo che oggi sposta in avanti l’età del ritiro di un mese ogni anno. In arrivo anche una serie di semplificazioni burocratiche.
RICONGIUNZIONE GRATUITA DEI CONTRIBUTI
Per chi ha versato contributi a enti diversi, la ricongiunzione diventerà gratuita. La novità vale sia per i dipendenti, sia per gli autonomi, sia per gli iscritti alle gestioni separate, quelle dei precari. Ci sarà però uno svantaggio: non si potrà più scegliere il metodo di calcolo più conveniente fra quelli dei diversi enti, perché l’assegno sarà calcolato pro-rata, cioè con le regole di ciascun ente per la relativa quota di contribuzione. Inoltre, la ricongiunzione gratuita riguarda solo le gestioni pubbliche, non le casse dei professionisti.
NO TAX AREA
La soglia di reddito che consentirà ai pensionati di rientrare nella no tax area salirà leggermente, a 8.125 euro lordi l’anno, la stessa prevista per i lavoratori dipendenti. La novità non riguarda però solo le pensioni molto basse, dal momento che la detrazione su quella porzione di reddito si applica a tutti i pensionati che dichiarano fino a 55mila euro lordi l’anno.