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Pensioni integrative, come sceglierle e quanto costano

Tutti noi al termine della nostra attività lavorativa dovremo fare i conti con un gap previdenziale, ossia con una differenza tra il reddito da pensione e l’ultimo reddito da lavoro. In termini semplici, è molto probabile che la nostra pensione non ci potrà permettere di mantenere il tenore di vita raggiunto durante la carriera lavorativa. Questo è tanto più vero, tanto più si è lavoratori giovani. Per questo è importante fin da subito puntare a una corretta pianificazione delle proprie risorse economiche, individuando per prima cosa il gap previdenziale e decidendo poi come accantonare e investire periodicamente risorse economiche durante l’attività lavorativa, con un logica di lungo termine allo scopo di massimizzare i rendimenti e gestire correttamente i rischi.

“A prescindere dalla soluzione è fondamentale che il lavoratore italiano sviluppi la consapevolezza di un problema da gestire e la disciplina nell’accantonare periodicamente dei risparmi per il suo futuro post lavorativo”, spiegano in un recente studio gli esperti della società di consulenza MoneyFarm. “In termini di strategia di investimento – precisano – è impensabile per un risparmiatore affrontare il problema previdenziale con l’investimento in titoli di stato; si impone invece la necessità di spostarsi su investimenti più aggressivi, più diversificati e focalizzati sul lungo termine con attenzione ai costi di gestione”.

SGRAVI FISCALI O BATTITORE LIBERO?

Ma quali sono le opzioni che il risparmiatore ha a disposizione? Come scegliere? La premessa è che la previdenza complementare rappresenta un’opportunita` di risparmio a cui lo Stato riconosce agevolazioni fiscali di cui altre forme di risparmio non beneficiano. Allo stesso tempo, se sei un lavoratore dipendente, puoi avere diritto al contributo del datore di lavoro.

In secondo luogo è bene considerare che esistono diverse tipologie di strumenti adatti a costruire una pensione integrativa, ossia che si aggiunge a quella obbligatoria, ciascuno con le proprie caratteristiche, vantaggi e svantaggi. Si tratta dei fondi pensione chiusi di categoria o aziendali (o preesistenti); dei fondi pensione aperti e dei Pip (piani individuali pensionistici di tipo assicurativo).

A questi si aggiunge una quarta opzione: i piani di risparmio personale, come i Pac (piani di accumulo). Tuttavia, mentre nel caso delle forme pensionistiche vere e proprie ci sono, come detto, agevolazioni fiscali riconosciute dallo Stato, qui si tratta di prodotti finanziari creati in modo del tutto autonomo: si crea volontariamente un portafoglio d’investimento personale con l’obiettivo d’accantonare regolarmente, ad esempio mensilmente, una cifra al fine di costruire un capitale da utilizzare per quando si andrà in pensione. Ne consegue che questi prodotti non godono di sgravi fiscali, così come non hanno particolari vincoli e non sono soggetti ad alcuna regolamentazione.

OCCHIO AL CONTRIBUTO DEL DATORE DI LAVORO

Tornando alle forme classificate come previdenza complemetare, un buon punto di partenza per valutare come muoversi è partire dalla propria condizione lavorativa.

Se sei un lavoratore dipendente puoi verificare se il tuo contratto di lavoro prevede la possibilita` di iscriverti a un fondo pensione (negoziale, aperto o preesistente) di riferimento. In questo caso, al tuo contributo e al tuo Tfr si aggiunge anche il contributo del tuo datore di lavoro; cio` ti consentira`, a parita` di altre condizioni, di ottenere una pensione complementare piu` alta.

Puoi anche aderire con un’ adesione individuale a un fondo pensione aperto o a un Pip se il tuo contratto di lavoro non prevede la possibilita` di iscrizione a un fondo pensione di riferimento oppure se decidi di iscriverti a una forma pensionistica complementare diversa da quella prevista dal tuo contratto di lavoro.

Se sei un lavoratore autonomo o un libero professionista puoi aderire con un’adesione individuale a un fondo pensione aperto o a un Pip. Se la tua associazione di categoria o il tuo ordine professionale ha previsto un fondo pensione di riferimento (negoziale, aperto o preesistente), puoi anche aderire con un’adesione collettiva.

CONOSCERE L’ISC

Per quanto riguarda i prodotti classificati come prodotti di previdenza complementare è possibile avere un’idea dell’offerta esistente andando sul sito della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (www.covip.it). Qui si può trovare tutta l’offerta con l’indicazione sintetica del costo (Isc): l’Indicatore sintetico dei costi misura quanto incidono annualmente tutti i costi che sostieni aderendo a una forma pensionistica complementare in percentuale sulla tua posizione individuale. Il calcolo e` effettuato sulla base di diverse ipotesi, quali: l’ammontare dei versamenti, i rendimenti e la permanenza nella forma pensionistica complementare.

I costi infatti, non sono tutti uguali e sono una delle variabili da tenere presente al momento della scelta. E’ importante verificare i costi applicati dalle diverse forme pensionistiche complementari perche´ essi riducono l’ammontare dei risparmi che hai destinato alla previdenza complementare e, quindi, la futura pensione.

Come rilevato da un’analisi di AdviseOnly, i fondi aperti o Pip presentano in genere costi più elevati, in media oltre il doppio dei fondi pensione chiusi. Allo stesso tempo però sono una soluzione che permette di variare o interrompere i versamenti e trasferire il capitale in un’altra forma di previdenza complementare.

E’ poi importante verificare quali sono le proposte di investimento dei contributi, i connessi rischi finanziari, se vengono prestate garanzie e quali tipi di prestazioni, anche aggiuntive rispetto alla pensione, puoi ottenere.

Dove reperire tutte le informazioni di cui si ha bisogno? Prima di aderire, le forme pensionistiche complementari mettono a disposizione alcuni documenti: la nota informativa, nella quale vengono spiegate le principali caratteristiche della forma pensionistica complementare; il Progetto esemplificativo standardizzato, rappresenta una stima della pensione complementare che riceverai al momento del pensionamento calcolata secondo alcune ipotesi; lo Statuto, se si tratta di un fondo pensione negoziale o di un fondo pensione preesistente, il Regolamento, se si tratta di un fondo pensione aperto e il Regolamento e le Condizioni generali di contratto se si tratta di un piano individuale pensionistico di tipo assicurativo (Pip). Un’utile fonte di informazioni per capire come muoversi è poi la Guida introduttiva alla previdenza complementare che si trova sul sito della Covip.

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Categories: Risparmio