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Pensioni, dove vivere per pagare meno tasse? Dopo lo stop in Portogallo ecco le alternative

Pixabay

Il Portogallo ha messo la parola fine alle agevolazioni fiscali per i pensionati stranieri a partire da gennaio 2024, o almeno per i nuovi ingressi. Negli ultimi anni il Paese ha rappresentato un vero e proprio paradiso fiscale per migliaia di ex lavoratori che hanno approfittato degli sgravi fiscali concessi a chi si trasferisse in Portogallo. Adesso la pacchia è finita. Tuttavia, il governo portoghese non è l’unico ad avere introdotto dei benefici fiscali per i pensionati in arrivo dall’estero. Ci sono tante altre mete, anche in Europa, dove ci si può trasferire per pagare meno tasse sulle pensioni. Ecco un elenco dei principali paradisi fiscali per i pensionati.

Pensioni all’estero, dove si pagano meno tasse?

La Grecia offre un regime fiscale piuttosto favorevole per gli ex lavoratori: è prevista una tassazione del 7% per 15 anni sui redditi dei pensionati stranieri. La misura è stata introdotta nel 2013 e vale per chi ha lavorato nel settore privato e trasferisce la residenza. L’aliquota sale al 12% per gli assegni fino a 2.300 euro e al 18% per chi supera la soglia. Anche qui, come in Portogallo, è richiesta una “permanenza” minima di 183 giorni l’anno.

Malta prevede una tassazione agevolata con un’aliquota fissa del 15% sui redditi da pensione provenienti dall’estero, ma con precisi paletti: provenire da un paese europeo, non lavorare, percepire una pensione pari o superiore al 75% del reddito imponibile complessivo. Inoltre, è necessario acquistare un immobile (a partire da 250 mila euro) o stipulare un contratto d’affitto di almeno un anno per un importo annuo minimo vicino ai 9 mila euro.

In Romania la tassazione per chi si ritira dal lavoro è al 10%. Mentre l’isola di Cipro è esentasse fino a 3.420 euro, superata tale soglia si applica un’aliquota del 5%. Inoltre, viene applicata un’iva agevolata per l’acquisto o la ricostruzione di una casa pari al 5%.

Tra le mete preferite dei pensionati italiani ci sono le Canarie, dove le aliquote sono aumentate negli anni ma restano comunque inferiori a quelle italiane. Anche se la convenienza si riduce all’aumentare del reddito. Inoltre, è previsto uno sconto di 6.500 euro per gli over 65, che arriva a 7 mila per gli over 75.

Infine, in Tunisia si applica al trattamento previdenziale lordo dei pensionati esteri soltanto il 20% di tasse, per un prelievo totale pari a circa il 5% dell’importo. Per ottenere tale agevolazione bisogna però spostare la residenza nel Paese. Nonostante i benefici fiscali, la difficile situazione economica, politica e sociale in cui versa il Paese, rimane una meta poco attrattiva.

Pensionati all’estero: dove non si pagano le tasse?

Ancora meglio in Slovacchia, dove gli assegni previdenziali sono completamente esentasse. Questo vuol dire che il pensionato incassa il lordo della propria pensione. Così come in Albania: anche qui le pensioni estere sono esentasse e non c’è la doppia imposizione.

In Bulgaria le pensioni estere non sono tassate, ma per beneficiare dell’agevolazione non basta avere la residenza fiscale ma è necessaria anche la cittadinanza.

Se si allarga lo sguardo, ci sono tantissimi altri paradisi fiscali. Tra i principali: Costa Rica, Panama, Messico, Colombia, Thailandia e Malesia.

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Categories: Pensioni