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Pensioni, Consulta – Il Governo sulla linea Padoan: rimborsi a rate e non per tutti

Palazzo Chigi conferma una volta per tutte che nell’applicazione della sentenza della Consulta sulla perequazione delle pensioni seguirà la linea indicata dal ministro Padoan: rimborsi a rate e solo per le pensioni più basse – Settimana prossima si individuerà la soglia – Il precedente di Prodi.

Pensioni, Consulta – Il Governo sulla linea Padoan: rimborsi a rate e non per tutti

“Stiamo pensando intensamente sia agli aspetti istituzionali sia a quelli di finanza pubblica. Ragioniamo su misure che minimizzino l’impatto sui conti dello Stato, ma rispetteremo la sentenza della Consulta”. Così ha parlato ieri il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in merito ai provvedimenti che il Governo deve prendere dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il blocco dell’indicizzazione delle pensioni (a partire da 1.400 euro mensili) introdotto nel 2012 dall’Esecutivo di Mario Monti. 

In serata, fonti di Palazzo Chigi hanno sottolineato che sul tema delle pensioni il Governo “si è espresso attraverso le parole del ministro” e che perciò “le indiscrezioni e le ricostruzioni riportate da alcuni organi d’informazione non riflettono gli orientamenti dell’Esecutivo al riguardo”. Insomma, la cautela è massima, anche perché l’appuntamento con le elezioni amministrative (regionali e comunali) è ormai alle porte.

Qualche punto fermo da cui partire, in ogni caso, esiste. Dalla Presidenza del Consiglio hanno fatto sapere che “il rimborso della mancata indicizzazione non potrà essere per tutti, e ci sono dei precedenti della Consulta che avvalorano questa impostazione. Il problema è la soglia sopra cui non far scattare l’indicizzazione”. Il precedente in questione è una misura varata dal governo Prodi nel 2007 per le pensioni 8 volte superiori al minimo, che fu ritenuta legittima dalla Corte Costituzionale.

“Un tetto anche entro 6 volte il minimo praticamente comprende la quasi totalità delle pensioni…”, fanno notare ancora da Palazzo Chigi. Una misura aggiuntiva per rendere i rimborsi sostenibili potrebbe essere la rateizzazione dei pagamenti in un certo numero di anni. 

Per quanto riguarda i tempi, la decisione finale non sarà presa entro questa settimana, ma probabilmente all’inizio della prossima: “C’è ancora tempo – spiegano dal Governo – prima delle raccomandazioni della Commissione europea, che dovrebbero arrivare mercoledì 13 aprile”.

Per quanto riguarda le proposte sul tavolo, quella che ha fatto più discutere negli ultimi giorni porta la firma di Enrico Zanetti, leader di Scelta civica e sottosegretario all’Economia. “Cinquemila euro potrebbero essere una soglia al di sopra della quale sarebbe ingiusto rimborsare – ha detto stamattina Zanetti ad Agorà, su Rai Tre –, perché verrebbe meno il requisito di giustizia sociale”. 

Ieri il sottosegretario aveva chiarito ai microfoni di Sky di non essere in contrasto con il ministro: “Se Padoan dirà, ma non mi risulta che lo abbia detto, che dobbiamo rimborsare tutti, allora saremmo su due posizioni diverse, ma non credo che il ministro abbia intenzione di dire una cosa del genere, perché sarebbe un’ingiustizia spaventosa”.

In una nota, inoltre, Zanetti aveva ipotizzato altre due misure: “Il ricalcolo con il sistema contributivo delle pensioni oltre 10 volte la minima e l’applicazione di un contributo di solidarietà sul differenziale tra la pensione contributiva pagata dell’avente diritto e la pensione retributiva regalata dallo Stato”. I fondi recuperati in questo modo potrebbero coprire in parte i rimborsi sulle pensioni più basse, oltre a “ripristinare un minimo di equità nella distribuzione dei sacrifici tra le generazioni”. 

Intanto, questa mattina Il Messaggero ha scritto che il governo starebbe valutando anche l’ipotesi di rimborsare le rivalutazioni arretrate in Bot. Questa soluzione avrebbe il vantaggio di neutralizzare gli effetti sul deficit rilevante a fini europei, ma al contempo costringerebbe lo Stato ad aumentare ancora il debito pubblico.  

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