Nel 2024 le pensioni saranno rivalutate fino al 5,6%, mentre la rivalutazione minima sarà dell’1,2%: questo è il valore stimato di adeguamento all’inflazione 2023 nella relazione illustrativa della legge di Bilancio, in attesa di quello ufficiale. Secondo i calcoli del Sole 24 Ore, il valore scende al 5,4%. In ogni caso, come per il 2023, l’aumento sarà concesso in base ad un meccanismo decrescente, rispetto al valore dell’importo complessivo, favorendo le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo Inps e penalizzando quelle oltre 10 volte il minimo. Lo scorso anno la rivalutazione massima è stata del 7,3% a cui si aggiungerà il primo dicembre 2023 il restante 0,8%. Ma vediamo cosa bolle in pentola.
Quanto sarà la rivalutazione delle pensioni nel 2024?
Per finanziare l’aumento delle pensioni basse, il governo guidato da Giorgia Meloni ha deciso di inasprire le penalizzazioni sulla rivalutazione delle pensioni d’oro: per cui l’aumento sarà pieno (del 100%) per chi percepisce una pensione fino a 4 volte il minimo, invece le uniche penalizzate saranno le pensioni superiori a 10 volte il minimo con un ritocco del 22%, contro l’attuale 32%. Nel 2024, lo schema sarà quello riportato nella tabella:
Scaglioni | Importo lordo | Aumento | Rivalutazione |
Fino a 4 volte il trattamento minimo Inps | Fino a 2.101,52 euro | 5,6% | 100% |
Tra 4 e 5 volte il trattamento minimo Inps | Fino a 2.626,90 euro | 4,7% | 85% |
Tra 5 e 6 volte il trattamento minimo Inps | Tra 2.629,90 e 3.152,28 euro | 2,9% | 53% |
Tra 6 e 8 volte il trattamento minimo Inps | Tra 3.152,28 e 4.203,04 euro | 2,6% | 47% |
Tra 8 e 10 volte il trattamento minimo Inps | Tra 4.203,04 e 5.253,80 euro | 2% | 37% |
Oltre 10 volte il trattamento minimo Inps | Oltre i 5.253,80 euro | 1,2% | 22% |
Gli scaglioni di importo pensionistico saranno determinati sulla base del valore definitivo del minimo Inps 2023 che, come comunicato dall’istituto di previdenza nella circolare 11/2023, è pari a 567,94 euro. Quest’ultimo, rivalutato del 5,6%, l’anno prossimo dovrebbe arrivare a 599,72 euro. La fascia tra 4 e 5 volte la minima riceverebbe invece una rivalutazione del 4,8%, quella tra 5 e 6 volte la minima del 3%, quella tra 6 e 8 volte la minima del 2,6%, quella tra 8 e 10 volte la minima del 2% e quella sopra le 10 volte la minima dell’1,2%.
Il prossimo anno perciò gli assegni pensionistici, soprattutto quelli più alti, si ridurranno. E non di poco. Si rischia persino di subire ulteriori sforbiciate, se il governo dovesse decidere di attingere proprio dall’indicizzazione per trovare le risorse necessarie a sistemare il pasticcio sulle pensioni dei medici.
Contro i miei interessi e come dire che la rivalutazione che, in percentuale è decrescente , calcolata in euro non lo è. Nei fatti funzionerebbe come l’antico punto di contingenza ovvero uguale per tutti !
Urta che si intervenga con modifiche normative ,piuttosto che agendo sulle aliquote irpef ma lo ius variandi ne ammette la possibilita’