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Pensioni, calcolo dell’età pensionabile: ecco cosa cambia con la proposta del Governo

Sono arrivate nuove indicazioni da parte del Governo sui cambiamenti da attuare in relazione alle pensioni. Dopo lo stop all’aumento dell’età pensionabile che scatterà nel 2019 per i lavoratori che svolgono attività gravose con il parallelo ampliamento delle categorie coinvolte, c’è una nuova proposta volta a modificare il meccanismo di calcolo dell’aspettativa di vita cui agganciare l’età per la pensione. Il tutto a decorrere dal 2021.

Attenzione però perché le modifiche non riguarderebbero l’adeguamento a 67 anni, a partire dal 2019 dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita che dunque diventeranno operativi nonostante il rinvio richiesto dai sindacati. Parlando in parole povere, eccezion fatta per i le 15 categorie di lavori gravosi individuate, tra due anni scatterà comunque l’aumento.

PENSIONI: IL “NUOVO” CALCOLO

Scendendo nei dettagli la nuova proposta del Governo al tavolo coi sindacati del 9 novembre prevede di modificare il meccanismo di calcolo dell’età pensionabile, considerando a la media di un biennio confrontata con il biennio precedente e tenendo presenti anche gli eventuali cali della speranza di vita.

In base a quanto previsto, a decorrere dal 2021, la suddetta aspettativa di vita potrebbe essere calcolata sulla media del biennio 2018-2019, confrontata con la media del biennio precedente. L’eventuale aumento sarebbe quindi portato sul biennio 2021-2022.

E se l’aspettativa di vita si riducesse? Non ci sarà una parallela riduzione dell’età in cui andare in pensione, ma solo un blocco: il calo della speranza di vita verrebbe scalato nella verifica per il biennio successivo (2023-2024). L’adeguamento continuerebbe perciò a scattare ogni due anni.

“Mi auguro che si trovi un accordo coi sindacati. C’è un confronto in piedi, anche oggi 9 novembre c’è stato un momento di discussione, lunedì 13 ci sarà l’incontro con il presidente del Consiglio e coi segretari confederali, io credo che quando si attiva un confronto sia sempre un elemento positivo perché consente a ognuno di mettere in campo le proprie considerazioni, le proprie valutazioni”. Questo il commento del Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dopo il un nuovo tavolo tecnico.

PENSIONI: LE NOVITà SUI LAVORI GRAVOSI

Per quanto riguarda i lavori gravosi invece, sono confermate le novità arrivate la scorsa settimana. La proposta di Palazzo Chigi prevede che vengano escluse dall’aumento 15 categorie di lavori gravosi: vale a dire. Alle 11 già fissate per l’accesso all’Ape Social si aggiungerebbero anche agricoli, siderurgici, marittimi e pescatori. Nel complesso, la platea individuata è pari a 15-20 persone, il 10% dei pensionamenti stimati per il 2019.

Il prossimo incontro tra Governo e sindacati si terrà lunedì 13 novembre.

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