Uno sconto di 2-3 anni alle donne sui requisiti per accedere all’Ape social e una modifica della Rita (Rendita integrativa temporanea anticipata) per renderla subito utilizzabile a tutti. Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, sono queste le due principali misure allo studio del governo per riformare ulteriormente le pensioni con la legge di Bilancio in arrivo il prossimo autunno.
I tecnici della Presidenza del Consiglio e del ministero del Lavoro stanno cercando la quadra per avviare la cosiddetta “fase 2” e perfezionare la “fase 1” del protocollo pensioni siglato un anno fa tra il governo e i sindacati. Alcune delle ipotesi d’intervento saranno discusse giovedì nell’ultimo incontro prima della pausa estiva tra il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, e le delegazioni di Cgil, Cisl e Uil.
In autunno potrebbe arrivare anche lo stop all’aumento automatico dell’età pensionabile del 2019 (+3 mesi per l’adeguamento alla speranza di vita calcolata dall’Istat). Se il governo troverà risorse sufficienti, a beneficiare della misura dovrebbero essere i lavoratori compresi nell’elenco delle attività gravose dell’Ape social (operai edili, maestre d’asilo, infermieri e altro ancora).
Non è da escludere nemmeno un incremento delle risorse stanziate per l’Ape social (300 milioni di euro per quest’anno e fino a 609 milioni di euro per il 2018) e per la pensione anticipata ai lavoratori precoci con almeno 41 anni di contributi (360 milioni nel 2017 e 505 l’anno prossimo), vista la mole inattesa di domande già arrivate all’Inps (più di 66mila al 15 luglio).
Per quanto riguarda invece l’istituzione di una pensione di garanzia per i giovani, probabilmente sarà rinviata al prossimo anno, diventando così uno degli argomenti che i partiti – Pd in testa – potranno spendere nel corso della campagna elettorale per le prossime politiche.