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Pensioni anticipate e prestito pensionistico: i progetti del Governo

A partire dai 63 anni d’età, chi vorrà andare in pensione potrà farlo con una penalizzazione media del 3-4% l’anno, che sarà modulata in base al numero di anni d’anticipo e all’entità dell’assegno previdenziale percepibile al momento del raggiungimento della soglia di vecchiaia. È questa la principale ipotesi allo studio della cabina di regia di Palazzo Chigi, guidata dal sottosegretario alla Presidenza Tommaso Nannicini, per incrementare la flessibilità in uscita con il piano Ape (Anticipo pensionistico).

Un’altra opzione allo studio è il cosiddetto prestito pensionistico (circa 800 euro fino alla maturazione dei requisiti per l’assegno previdenziale, soldi da rimborsare a rate con decurtazioni sulla successiva pensione) che si potrà incassare per un periodo non superiore ai 3 anni e sarà garantito da banche e assicurazioni. La garanzia pubblica potrebbe intervenire solo per i soggetti con una bassa soglia di reddito pensionistico, oppure potrebbe essere del tutto esclusa, per evitare che da Bruxelles arrivino accuse di aiuti di Stato.

Lo stesso Nannini e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti hanno illustrato oggi il piano ai sindacati, ma solo per grandi linee. Gli incontri proseguiranno nelle prossime settimane e, oltre alle pensioni, riguarderanno anche temi come il taglio al cuneo fiscale e la riforma dei contratti.

“L’incontro di oggi si è svolto in un clima positivo e una disponibilità reciproca a discutere e confrontarci” su pensioni e lavoro e “arrivare, laddove possibile, a soluzioni condivise”, ha detto Poletti al termine dell’incontro con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo.

“Oggi – ha sottolineato Poletti – abbiamo indicato problematiche e tematiche sulle quali lavorare e le aree di confronto su previdenza e lavoro. Ora stileremo un verbale sull’incontro di oggi e fisseremo due nuovi incontri con i sindacati, uno sulle pensioni e uno sul lavoro”.

Secondo Camusso, “la notizia di oggi è che dopo un lungo periodo di tempo il Governo ha avviato il confronto di merito su lavoro e pensioni” con i sindacati e “questo è il risultato delle nostre iniziative, a partire dalla piattaforma unitaria sulle pensioni. E non è una novità da poco”.

“Abbiamo definito un merito di confronto – ha sottolineato il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo – che prevede che durante la discussione non ci saranno decreti o provvedimenti su questi argomenti”.

Per il segretario generale della Cisl, Anna Maria Furlan, “la giornata comincia bene e mi auguro che il confronto prosegue bene. Lo vedremo ai tavoli”. Al momento, ha aggiunto Camusso, su pensioni e lavoro “cifre non ce ne sono, siamo solo ai titoli”.

Sul tavolo c’è anche l’estensione degli 80 euro ai pensionati: “Questa è una delle misure che stiamo studiando – ha detto ieri il premier Renzi –. Stiamo discutendo di quale fasce andare a prendere. Ci sono le minime che oggi prendono davvero pochissimo”.

Se vedranno la luce, tutti questi interventi dovrebbero rientrare nella prossima legge di Stabilità.

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