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Pensioni: 4 falsi miti sui trattamenti previdenziali degli italiani

Imagoeconomica

Non vi sarà sfuggito che siamo entrati in campagna elettorale. L’Italia avrebbe bisogno di un dibattito serio su tanti fronti legati alla crescita, ma alla fine la sfida elettorale si concentra sempre sulle stesse questioni: Europaimmigrazione e pensioni. E proprio su questo ultimo punto si giocherà un pezzo importante del futuro finanziario del nostro Paese.

Nei prossimi mesi ne sentiremo delle belle su questo fronte, purtroppo il dibattito è viziato da parole vuote, senza il supporto dei dati.
Quindi, se i nostri politici non argomentano le loro affermazioni, lo facciamo noi:

1 – Andiamo in pensione più tardi degli altri cittadini europei – FALSO

In teoria sì, dovrebbe essere così perché la legislazione vigente prevede che gli uomini vadano in pensione a 67 anni, e le donne a 66. Ma negli anni il Governo ha introdotto numerose forme di flessibilità che hanno ridotto l’età effettiva di pensionamento. Ad oggi, stando ai calcoli dell’OCSE, l’età effettiva di pensionamento è di circa 62 anni, ben al di sotto della media dei Paesi che fanno parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo economico.

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2 – Per le pensioni spendiamo meno degli altri Paesi – FALSO

Mica tanto vero: da molti punti vista, il nostro Paese è tra i più generosi. In Europa siamo tra i Paesi che spendono di più sia in termini di Prodotto interno lordo (PIL), sia in termini di reddito pro-capite.

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3 – Gli assegni pensionistici italiani sono i più bassi – FALSO

Purtroppo gli assegni pensionistici sono in linea con l’economia nazionale. In media, un lavoratore dipendente riceve un assegno di vecchiaia pari a 703 euro. Con una cifra così, far quadrare i conti non è semplice. Tuttavia, in Italia le prestazioni pensionistiche sono in linea con lo stipendio medio ricevuto durante la vita lavorativa, e tra l’altro il trattamento pensionistico italiano è decisamente più generoso rispetto alla media OCSE.

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4 – Le ultime riforme hanno messo al sicuro il sistema pensionistico – VERO e FALSO

Più o meno. Le recenti riforme del sistema pensionistico hanno aiutato a migliorare la sostenibilità finanziaria di lungo termine, ma non possono far miracoli: l’Italia continuerà ad avere una spesa pensionistica superiore alla media europea.

LA COPERTA È CORTA

Ad eccezione di qualche categoria privilegiata, complessivamente gli italiani vanno in pensione prima e con uno stipendio tutto sommato in linea con la nostra economia. Ed è proprio su questo punto che bisognerebbe investire: occupazione e crescita economica. Purtroppo, troppo spesso ci dimentichiamo che la nostra incapacità di produrre reddito si riflette inevitabilmente in una magra pensione.

In questo momento, non avendo risorse infinite, se si decide di abbassare l’età pensionabile o di aumentare gli stipendi pensionistici senza prendere alcuna contromisura, si finisce per togliere risorse da altre parti o per provocare un futuro aumento delle tasse. Prima o poi bisognerà fare i conti con questi numeri, e i mercati lo sanno. I politici italiani meno, oppure fanno finta di non saperlo.

Fonte: Advise Only

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Categories: Pensioni