La legge di bilancio 2023 porta con sé importanti novità sulle pensioni 2023. Il Governo ha cambiato il meccanismo di rivalutazione all’inflazione dei trattamenti pensionistici, passando da un metodo basato su tre scaglioni ad un altro suddiviso in sei fasce. A questo si aggiunge un “bonus” destinato solo alle pensioni minime che alzerà i trattamenti di ulteriori 8 euro mensili. Parlando in parole povere a partire dal prossimo anno gli assegni più bassi fino a quattro volte il minimo godranno di aumenti maggiori perché potranno usufruire di una rivalutazione piena (a cui, per le pensioni minime, si aggiunge pure il bonus), mentre sugli assegni pari o superiori a quattro volte il minimo l’adeguamento sarà progressivamente tagliato. Passiamo dalla teoria alla pratica e vediamo cosa significa.
Pensioni 2023: dagli scaglioni alle fasce
Il meccanismo di perequazione altro non è che un adeguamento delle pensioni all’inflazione che fa sì che gli assegni vengano ritoccati in base all’andamento dei prezzi al consumo. Data l’impennata registrata dall’inflazione nel 2022, l’anno prossimo l’incremento delle pensioni sarà altrettanto elevato, ma non per tutti. Come funzionerà?
Per stabilire la percentuale di rivalutazione finora l’ex Governo Draghi ha utilizzato un meccanismo a tre scaglioni:
- rivalutazione al 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo (in cifre: 2.102 euro lordi);
- rivalutazione al 90% per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.102 e 2.627 euro lordi);
- rivalutazione al 75% sulle pensioni superiori a 5 volte il minimo (2.627 euro lordi);
Dal 2023, come stabilito nella legge di Bilancio, si passerà a una suddivisione in 6 fasce:
- 100% sulle pensioni fino a 4 volte il minimo (2.102 euro lordi),
- 80% sulle pensioni tra 4 e 5 volte il minimo (2.102-2.627 euro lordi),
- 55% sulle pensioni tra 5 e 6 volte il minimo (2.627-3.152 euro lordi),
- 50% sulle pensioni tra 6 e 8 volte il minimo (3.152-4.203 euro lordi)
- 40% sulle pensioni tra 8 e 10 volte il minimo (4.203-5.254 euro lordi),
- 35% sulle pensioni oltre 10 volte il minimo (sopra 5.254 euro lordi).
Pensioni 2023: le percentuali di rivalutazione
La risposta dipende dall’ammontare degli assegni e dalla percentuale di rivalutazione applicata. Rivalutazione “piena” – quella che si applica agli assegni fino a 4 volte il minimo – significa che le pensioni 2023 saranno incrementate del +7,3%, un adeguamento calcolato sulla base della variazione dei prezzi al consumo forniti dall’Istat il 3 novembre 2022 (l’inflazione però negli ultimi mesi è salita ulteriormente, il che potrebbe portare a un ulteriore conguaglio nel prossimo futuro). E per le pensioni superiori che succede? In questi casi, come detto, la percentuale di rivalutazione si ridurrà progressivamente all’aumento dell’importo e così avremo:
- pensioni superiori a 4 volte il minimo: rivalutazione del 5,6%,
- pensioni tra tra 5 e 6 volte: rivalutazione al 4%,
- pensioni tra 6 e 8 volte il minimo: rivalutazione al 3,65%,
- pensione tra 8 e 10 volte il minimo: rivalutazione al 2,92%,
- pensione superiore a 10 volte il minimo: rivalutazione al 2,55%.
Pensioni 2023: a quanto ammontano gli aumenti?
Passando dalle percentuali alle cifre, significa che chi ha una pensione lorda fino a 2.102 euro al mese recupererà tutta l’inflazione prevista dal Governo. Facendo degli esempi pratici, le pensioni minime da 525,38 euro saliranno del 7,3% a 563,73 euro al mese, 38,35 euro mensili in più (più bonus di cui parleremo a breve). I trattamenti di 1mila euro lordi aumenteranno di 73 euro lordi al mese (circa 53 euro netti), quelli da 2mila euro lordi saliranno di 110 euro al mese e di 1.430 euro l’anno.
Per tutti gli altri il recupero inflattivo sarà inferiore e dipenderà dalla fascia a cui si appartiene.
Pensioni 2023: il bonus per i trattamenti minimi
La revisione del meccanismo di rivalutazione delle pensioni, con il passaggio dai 3 scaglioni alle 6 fasce, determinerà un risparmio. Le risorse non spese saranno utilizzate per aumentare l’importo delle pensioni minime. Tradotto in parole povere significa che per circa 2 milioni di persone che ricevono i trattamenti minimi – pari a 525,38 euro, lo ricordiamo – alla rivalutazione del 7,3% si aggiungerà un ulteriore aumento dell’1,5% per un totale di +8,8%. A partire dal gennaio 2023, l’importo delle pensioni minime salirà dunque a circa 570 euro al mese. Nel 2024 arriverà un ulteriore rialzo del 2,7%, da aggiungere sempre al 7,3% (totale +10%) che determinerà un incremento a 578 euro mensili.