Quota 100 è ormai al capolinea, ma cosa verrà dopo? Fin qui, l’unica certezza è che il 31 dicembre 2021 la misura voluta con forza dalla Lega nel governo gialloverde (che permette di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi) arriverà a scadenza e non sarà rinnovata. Dal primo gennaio 2022, quindi, non si potrà andare in pensione prima di aver compiuto 67 anni. Uno scalone pesante e impopolare, legato alla legge Fornero, che il governo cercherà probabilmente di alleggerire introducendo nuove forme di flessibilità in uscita. Per questo la battaglia sulle pensioni sarà probabilmente una delle più accese nel dibattito politico d’autunno, quando si comincerà a scrivere la nuova manovra di Bilancio. Di idee, però, ne circola già più di una.
La più nota (e articolata) è quella dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil vorrebbero superare Quota 100 con un nuovo meccanismo di uscita flessibile a partire dai 62 anni, che si accompagni alla possibilità di lasciare il lavoro con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Questi i due cardini di un pacchetto di proposte che prevede anche interventi previdenziali per i giovani e per i lavoratori impiegati in mansioni usuranti, oltre a misure per far recuperare potere d’acquisto alle pensioni.
Anche i tecnici del ministero dell’Economia starebbero pensando a una corsia preferenziale per i lavori faticosi: l’ipotesi sarebbe di mandare in pensione a 61 anni e 7 mesi, con almeno 35 di contributi, i lavoratori di pendenti, mentre agli autonomi sarebbe richiesto un anno in più. A questa misura si aggiungerebbero una versione strutturale di Opzione donna (almeno 58 anni di età e 35 di contributi, con l’intera pensione calcolata con il metodo contributivo) e l’Ape sociale per i lavoratori in difficoltà (disoccupati di lungo corso e disabili) che abbiano però almeno 63 anni.
Con un appoggio inedito ai sindacati, la Lega – attraverso il sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon – propone una Quota 41 per tutti. Il Pd, invece, per bocca di Graziano Delrio, aveva lanciato la proposta di uscite con Quota 92 (62 anni di età più 30 di contributi) per i soli lavoratori impegnati in mansioni usuranti.
Una quarta opzione è ereditata dal governo Conte bis e piace soprattutto al Movimento 5 Stelle. Si tratterebbe di introdurre dal 2022 una sorta di Quota 102, consentendo l’uscita dal lavoro con 63 anni di età e 39 di contributi oppure 64 di età e 38 di contributi. Infine, il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha proposto di permettere a chi ha 62-63 anni di uscire dal lavoro con la parte contributiva, mentre quella retributiva si otterrebbe al raggiungimento di 67 anni. Tridico ha parlato inoltre della possibilità di prevedere uno scivolo aggiuntivo all’Ape sociale per gli immunodepressi oncologici di 62-63 anni. Siamo agli inizi di un percorso sul quale il premier Mario Draghi vorrà certamente dire la sua.
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Ho trentuno di contributi ma dovrò andare in pensione a 67 e 9 mesi. Nessuno pensa per chi inizia tardi a lavorare.
Saremo i nuovi poveri pur avendo lavorato una vita. Lasceremo un grave peso assistenziale a chi dovrà prendersi cura di chi non potrà permettersi una visita dal dentista, un Ecg. Però dalla mia b.paga i contributi li hanno presi in questi 34 anni ma non vogliono restituirli. È giustizia?
Iniziato in nero a 14 anni e mezzo, 2 figli ultimi 5 anni curato mamma con Alzheimer. Niente pre/post scuola. Donna 62 anni 34 di contributi. MILITE ESENTE questo chiedevano!!! Quali diritti?? Pensione donna 900 euro dopo tutto quello che si è fatto? Ma dove sta chi dovrebbe tutelare chi lavora e le categorie più deboli? Altro che reddito di cittadinanza
Sicuramente, dopo tanti sacrifici, sarà una pensione da fame...PENSATE DI CREARE NUOVI POSTI DI LAVORO PER I NS GIOVANI. Quando non ci saremo noi genitori chi li aiuterà?
Rassegnatevi..ce la daranno post mortem
Io dico no mah se continuiamo così quando lasceremo posto ai giovani di lavorare? quando noi dovremmo andare avanti finché portiamo i pantaloni,anche se giovani scappano via di qua x il motivo che sappiamo ma quei pochi li vogliamo fare lavorare o no!!io ho cominciato a 14 anni e ne ho 57 e devo lavorare ancora perché si continua a cambiare sempre!!
Dal primo gennaio 2022 si continuerà anche ad andare in pensione con i requisiti di anzianità contributiva. 41 anni e 10 mesi per le donne un'anno in più per gli uomini. Non scrivete inesatezze. 67 anni. Ma via. A 67 si va per vecchiaia con 20 anni di contributi.
Per vecchiaia si va con 67 anni di età (ma se non tolgono le aspettative aumenterà) e MINIMO 20 anni di contributi. Pertanto se per esempio hai 40 anni di contributi e non lavori più (magari perché hai perso il lavoro e ad una certa età chi ti assume?) ) devi comunque aspettare i 67 anni di età.
Considerate la possibilità di mandare in pensione gli invalidi civili, con qualsiasi contribuzione versata, a 62 anni, date la possibilità di aiutare i giovani di entrare nel mondo lavorativo, mi rivolgo ai sindacati di portare avanti questa incresciosa trattativa, le patologie invalidanti non migliorano nel tempo... Dunque forza che si deve fare...
Con sistema contributivo vada come vada, sarà una pensione da FAME!!
si e no bisogna vedere quanto uno a versato
Giusto pensioni da fame con il sistema contributivo
ho 42 anni di contributi e 59 di eta per noi niente prospettive..........
Resisti, tra dieci mesi hai finito.
Con 42 anni e 10 mesi di contributi vai in pensione. Questi articoli inesatti che sparano mille ipotesi, ogni giorno diverse, dovrebbero essere vietati.
perché, l'articolo dice forse che con 42 anni e 10 mesi di contributi non si va in pensione?