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Pensione anticipata a 64 anni con integrazione previdenza complementare e aumento dei contributi: ecco le novità della Manovra

L’emendamento della Lega permette di andare in pensione anticipata a 64 anni utilizzando l’integrazione con la previdenza complementare, ma con l’aumento dei contributi richiesti: dal 2025 passeranno da 20 a 25 anni, fino a 30 nel 2030

Pensione anticipata a 64 anni con integrazione previdenza complementare e aumento dei contributi: ecco le novità della Manovra

Un emendamento della Lega, approvato dalla Commissione Bilancio della Camera, introduce novità per le pensioni, consentendo a chi rientra nel sistema contributivo di andare in pensione anticipata a 64 anni, grazie all’integrazione con la previdenza complementare. L’obiettivo è affrontare il problema delle “pensioni povere”, che potrebbero aumentare con il sistema contributivo, dove chi ha versato meno contributi avrà una pensione più bassa. Ma come funziona oggi e cosa cambierà?

Pensione anticipata: come funziona l’integrazione con la previdenza complementare?

Oggi, per accedere alla pensione anticipata a 64 anni, un lavoratore deve avere almeno 20 anni di contributi e un assegno pensionistico pari a tre volte l’assegno sociale (circa 1.600 euro al mese), una soglia che il governo Meloni ha aumentato lo scorso anno, alzandola dalle 2,8 volte stabilite dalla legge Fornero. In altre parole, se una persona ha versato almeno 20 anni di contributi, può andare in pensione anticipata, ma solo se la sua pensione raggiunge una cifra adeguata.

Pensioni: cosa cambia con l’emendamento della Lega?

L’emendamento introdotto dalla Lega prevede che, a partire dal 2025, i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995 (e che quindi rientrano nel sistema “interamente contributivo”, dove la pensione dipende esclusivamente dai contributi versati) possano utilizzare la rendita della loro pensione complementare (cioè quella pensione integrativa privata, che i lavoratori possono scegliere di versare durante la loro carriera) per aumentare l’importo della pensione pubblica e raggiungere la soglia minima necessaria per la pensione anticipata (pari a tre volte l’assegno sociale).

In pratica, chi ha versato almeno 20 anni di contributi potrà combinare la pensione pubblica con quella privata per ottenere il trattamento minimo necessario, e quindi andare in pensione a 64 anni. Tuttavia, dal 2025 il requisito di contribuzione salirà a 25 anni, per arrivare a 30 anni nel 2030. Per chi sceglierà di ricorrere alla previdenza complementare, saranno previsti meno vincoli.

Sconti per le lavoratrici con figli

Una novità importante riguarda le lavoratrici con figli. Con l’emendamento, è previsto un “sconto” per le donne che, a causa della maternità, potrebbero non aver accumulato un numero sufficiente di contributi per arrivare alla soglia richiesta. In questo modo, si cerca di favorire una maggiore equità tra uomini e donne nel sistema pensionistico.

Dal 2026 pensione anticipata per i lavoratori con il regime misto

Nel 2026, la Lega prevede di estendere questa misura anche ai lavoratori che rientrano nel “regime misto” (coloro che hanno iniziato a lavorare prima del 1996). In questo caso, si stima che circa 80mila persone potrebbero beneficiare della pensione anticipata con l’uso della previdenza complementare. Tuttavia, questa estensione potrebbe avere un costo significativo per lo Stato, che potrebbe arrivare a superare 1 miliardo di euro.

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