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Penguin-Simon & Schuster, giudice Usa blocca le nozze editoriali: “Rischio monopsonio”, ecco cos’è

Pixabay

Il matrimonio tra Penguin Random House e Simon & Schuster non s’ha da fare. A pronunciare (metaforicamente) la frase non è stato un personaggio di manzoniana memoria ma la giudice federale statunitense Florence Y.Pan che ha deciso di bloccare la maxi fusione da 2,2 miliardi di dollari che avrebbe creato il più grande gruppo editoriale al mondo.

Penguin-Simon & Schuster: i motivi del No alle nozze

La giudice Usa  ha infatti stabilito che Simon & Schuster non potrà essere acquisito da Penguin Random House. 

La questione era finita in aula lo scorso agosto dopo una causa intentata dal dipartimento di Giustizia statunitense. Secondo l’amministrazione Biden, infatti il matrimonio tra due delle più grandi case editrici statunitensi danneggerebbe la competitività sul mercato dell’editoria creando un monopsonio, vale a dire una particolare situazione di mercato caratterizzata dalla presenza di un solo acquirente a fronte di una pluralità di fornitori, che in questo caso sarebbero gli autori. Parlando in parole povere, se le due case editrici si fondessero, avrebbero un potere immenso e gli scrittori sarebbero costretti ad accettare compensi più bassi e condizioni più sfavorevoli pur di pubblicare i loro libri. Una realtà che danneggerebbe soprattutto i grandi autori di bestseller che guadagnano più di 250mila dollari, che si ritroverebbero di colpo con margini più ristretti. 

Penguin Random House e la società che possiede il gruppo, la multinazionale Bertelsmann, hanno annunciato che faranno ricorso in appello.

Il mercato editoriale statunitense

Le due case editrici fanno parte insieme ad Hachette, Macmillan e HarperCollins del gotha dell’editoria statunitense che controlla il 90% del mercato dei libri di intrattenimento. Se Penguin e Simon & Schuster si fossero fuse, avrebbero distanziato nettamente gli altri tre rivali. La prima, lo ricordiamo pubblica autori del calibro di Zadie Smith e Danielle Stelle. La seconda nomi come Stephen King, Jennifer Weiner e Hillary Rodham Clinton.

Proprio Stephen King, che aveva testimoniato anche durante il processo, ha esultato per la decisione della giudice: “Sono lieto che la giudice Florence Pan abbia bloccato la fusione di Penguin Random House e Simon & Schuster. La fusione proposta non ha mai riguardato lettori e scrittori; si trattava di preservare (e far crescere) la quota di mercato di PRH. In altre parole: $$$”, ha scritto su Twitter il celeberrimo scrittore horror.

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