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Pedaggi autostrade: la guerra delle tariffe pesa a Piazza Affari

Il nuovo sistema di pedaggi approvato dall’Autorità di Trasporti non piace alle società concessionarie e pesa in Borsa sui titoli del settore autostradale. A metà mattina Atlantia perde il 3,3%, a 23,53 euro, la peggiore performance di tutto il Ftse Mib. Autostrada Torino-Milano scivola invece dell’1,6% (a 27,92 euro), mentre Sias lascia sul campo il 2,3% (15,95 euro).

L’Autorità ha varato una serie di delibere che introducono per 16 concessionarie un modello tariffario basato sulla Rab (cioè il calcolo del capitale investito). In sostanza, le tariffe vengono stabilite in base a parametri di efficienza fissati dalla stessa Autorità (i costi della gestione dovrebbero ridursi fra l’1,9 e il 27% a seconda dei concessionari), con una remunerazione ridotta al 6,2% annuo netto, mentre oggi in alcuni casi si arriva oltre il 10%.

I concessionari coinvolti sono quelli che devono rinnovare i piani finanziari con il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, ormai scaduti. Insieme, queste società coprono circa l’80% della rete autostradale italiana.

Secondo l’Autorità, il nuovo sistema incentiva gli investimenti, perché rende omogeneo il modello tariffario tra i diversi concessionari e premia gli investimenti effettivamente realizzati.

Aiscat, l’associazione delle concessionarie di autostrade e trafori, ritiene invece che le regole finiranno per bloccare gli investimenti già programmati e per questo esprime “grande preoccupazione”.

Il ministro Danilo Toninelli replica: “Se Aiscat oggi attacca così, vuol dire che siamo sulla strada giusta. Qui non si tratta di bloccare chi fa davvero gli investimenti e merita il giusto profitto, ma di non ingrassare chi gli investimenti li promette senza farli”.

In ogni caso, il ministero dei Trasporti potrà decidere se adottare o meno il nuovo sistema proposto dall’Autorità. I concessionari chiedono al ministero un tavolo di confronto sostenendo di non essere stati coinvolti.

A Piazza Affari gli investitori stanno bersagliando di vendite i titoli del settore perché le delibere dell’Autorità hanno comunque creato una situazione d’incertezza dal punto di vista regolamentare. Senza contare la possibilità – per non dire la certezza – che in caso di mancato accordo tra ministero e concessionari arrivi una nuova ondata di ricorsi amministrativi.

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Categories: Finanza e Mercati