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Pdl verso la scissione, Alfano a Berlusconi: “In Forza Italia non entro, fermati”

La scissione del Pdl è sempre più vicina e Angelino Alfano tiene il fiato sospeso. La parola finale sulla rottura spetta a Silvio Berlusconi, che sembra intenzionato ad accelerare sulla strada che  porterà alla nuova Forza Italia. Il vecchio partito potrebbe risorgere ufficialmente l’8 dicembre: una data simbolica e un guanto di sfida al tempo stesso, perché proprio quel giorno si terranno le primarie del Partito Democratico. Il ritorno alle origini del Cavaliere implicherebbe l’azzeramento delle cariche nel Popolo della Libertà. Sarebbe quindi la vittoria definitiva dei “falchi”, in particolare della corrente guidata da Raffaele Fitto, alfiere di quel centrodestra che  rema contro l’ascesa di Alfano. 

Da parte sua, l’attuale segretario pidiellino (e vicepremier) ha già chiarito che non intende tollerare la desertificazione del partito. Per il momento mantiene un profilo basso, senza fare la voce grossa. Si limita a chiedere a Berlusconi di ripensarci, ma sottolinea che non accetterà la creazione di un partito “estremista” apertamente ostile al governo Letta.

Se alla fine il Cavaliere non recederà dai propositi belligeranti, la crepa che da mesi attraversa il partito si trasformerà in un taglio netto. E rimettere insieme i pezzi sarà pressoché impossibile, almeno per questa legislatura, perché quasi certamente Alfano e i suoi daranno vita a gruppi parlamentari autonomi. 

I numeri al Senato delle colombe alfaniane dovrebbero essere sufficienti a mantenere in vita il governo Letta (alla Camera non serve fare i conti: grazie al premio di maggioranza garantito dal Porcellum, il Pd ha già la maggioranza assoluta). A inizio ottobre, quando Berlusconi sembrava sul punto di votare contro la fiducia all’Esecutivo – proposito poi abortito con un ripensamento dell’ultimo minuto –, il Premier aveva chiarito che l’eventuale strappo del Cavaliere non avrebbe comunque portato alla caduta del Governo.  

Ora l’appuntamento decisivo per conoscere il destino del centrodestra potrebbe essere l’ufficio di presidenza convocato per le 17 (anche se non sono mancate le voci di rinvio). Nel tentativo di gettare acqua sul fuoco, Alfano ha riunito a Palazzo Chigi i ministri pidiellini, per poi dirigersi con loro a Palazzo Grazioli. L’obiettivo è ottenere la cancellazione del vertice di questo pomeriggio. E convincere Berlusconi all’ennesimo ripensamento.     

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Categories: Politica