Il Pdl sembra vicino al collasso. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono le dimissioni di Bondi, presentate dal coordinatore del partito. Che ha spiegato la scelta con l’intenzione di sottrarsi “ad attacchi e denigrazioni personali che fanno parte della peggiore politica”.
Le dimissioni però non sono state accettate: «Io e Alfano respingiamo le dimissioni di Bondi», ha risposto l’ex premier, rifiutando di fare altre dichiarazioni in merito alla crisi del partito.
Bondi non è nuovo alle dimissioni: nel 2011 furono i crolli di Pompei a spingere l’allora ministro dei beni culturali a consegnarle. Ora la crisi politica emersa con il voto alle amministrative ha tentato nuovamente l’ex ministro, che già dopo i risultati di Pisapia a Milano aveva comunicato l’intenzione di dimettersi.
Lo stesso Berlusconi, però, ha messo un’ipoteca molto pesante sul futuro del partito, definendolo “finito“, e annunciando a breve una nuova iniziativa politica. A tal proposito è intervenuto il senatore Pdl Altero Matteoli: «Cambiare nome al partito non mi sembra la soluzione, bisogna inventarsi un’altra strategia».
L’ex primo ministro ha anche messo in discussione la sua permanenza in politica: “non so se resterò ancora in campo”.