Nicola Zingaretti è il nuovo segretario del Pd. E’ il risultato inequivocabile delle primarie del Pd che hanno visto la partecipazione di oltre 1 milione e 800 elettori ai gazebo e che ha regalato a Zingaretti il 68% dei consensi. “Oggi è una bella giornata” ha commentato il neo-segretario, che ha ricevuto i complimenti degli sfidanti Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Anche l’ex segretario Matteo Renzi gli ha fatto i complimenti riconoscendo che si tratta di “una bella vittoria” e dicendosi disposto a collaborare.
Zingaretti, che non si dimetterà da Governatore del Lazio, ha fatto appello all’unità e al cambiamento ma quale sia la sua linea politica è tutto da scoprire anche se la sua propensione a spostare a sinistra il partito è nota.
Torneranno nel Pd i fuoriusciti di Leu con Bersani e D’Alema in testa? Il Pd tornerà ad essere una sorta di Pds più a sinistra? Dopo le elezioni europee il Pd aprirà ai Cinque Stelle nella speranza di staccarli dalla Lega?
Sono questi gli interrogativi che si affacciano sulla nuova scena politica, ma una cosa è certa, anche se in politica non bisogna dire mai: con l’elezione a larghissima maggioranza di Zingaretti finisce una fase politica del Pd che con Matteo Renzi aveva cercato di rinnovato il centrosinistra e l’Italia con una strategia politica di cambiamento che però gli elettori non hanno premiato, prima bocciando la riforma costituzionale e poi condannando il Pd ai minimi storici nelle elezioni del 4 marzo 2018.
Ora tocca a Zingaretti provare a risalire la china, ma non sarà facile anche se l’alleanza Lega-Cinque Stelle traballa e potrebbe ricevere un colpo dalle prossime elezioni europee di maggio. Che tipo di opposizione farà il nuovo segretario del Pd e su quale progetto e piattaforma programmatica è tutto da scoprire, anche perchè nella campagna per le primarie si è parlato più di posizionamenti tattici che di contenuti politici e programmatici. Si vedrà.