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Pd, oggi Direzione: governo di scopo ma con o senza Berlusconi?

Prima delle elezioni politiche ci vorrà un governo che faccia la nuova legge elettorale alla luce del pronunciamento sull’Italicum della Corte Costituzionale del 24 gennaio prossimo. Nascerà dunque, come auspica il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, un governo che qualcuno chiama di scopo o qualche altro di responsabilità nazionale e che deve rifare la legge elettorale per la Camera e per il Senato e gestire gli appuntamenti internazionali (G7 e G20) dei primi mesi del 2017. Verosimilmente quindi le elezioni si terranno nella tarda primavera del 2017, anche se non manca chi (Grillo e Salvini) vorrebbe votare subito e chi (Bersani e Berlusconi) vorrebbe arrivare alla scadenza naturale del 2018.

Una volta incassata la definitiva approvazione parlamentare delle Legge di Bilancio nelle prime ore del pomeriggio, di questo si discuterà nell’attesissima riunione della Direzione del Pm che si svolgerà nel pomeriggio di oggi in streaming sulla base di una relazione di Matteo Renzi che confermerà le dimissioni da premier ma resterà segretario del partito e lo guiderà nelle prossime elezioni.

Al di là dell’esame delle ragioni dell’insuccesso referendario, il vero nodo sarà quello della prospettiva politica in vista delle elezioni e cioè che governo formare per cambiare la legge elettorale, sulla scorta delle intese già maturate in casa Pd (con Cuperlo e senza Bersani) prima del referendum e che prevedevano il superamento del ballottaggio e il premio alla coalizione anzichè alla lista di partito che prende i maggiori voti.

Ma il problema dei problemi è se il governo di scopo debba basarsi sull’attuale maggioranza o se debba allargarsi a tutte le forze che ci stanno e dunque non al Movimento 5 Stelle, che ha riscoperto l’importanza dell’Italicum prima violentemente demonizzato, ma a Berlusconi, Verdini ed eventualmente Sel. 

Bersani ha già detto che non ne vuol sapere di Berlusconi ma Cuperlo ha aperto a un governo di responsabilità nazionale con tutti dentro. Renzi, che avrebbe preferito accelerare sulle elezioni anticipate ma poi ha convenuto con Mattarella per un governo che faccia la nuova legge, ha detto di essere pronto a indicare al Capo dello Stato un governo di unità nazionale purchè le minoranza interne del Pd non pongano paletti. 

In un caso o nell’altro, per una nuova legge elettorale ci vogliono i voti in Parlamento che il Pd da solo non ha: chi li offrirà? 

Insomma la riunione della Direzione del Pd si preannuncia calda mentre l’ex sindaco di Milano, Pisapia, si dice pronto a contribuire a riunificare la sinistra con una lista elettorale che si accordi con Renzi, a condizione che non ci siano nè Alfano nè Verdini.

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Categories: Politica