Con una mossa a sorpresa che ha già scatenato una pioggia di critiche, il Pd ha proposto alla Camera l’istituzione di un contributo di solidarietà a carico dei redditi più alti, a partire dagli 80 mila euro l’anno, per fronteggiare l’emergenza economica e la povertà legata al Coronavirus. Il primo firmatario della proposta – una sorta di Coron-tax – è il capogruppo del Pd a Montecitorio, Graziano Delrio, che suggerisce di inserirla come emendamento al decreto in discussione alla Camera sul bazooka del Governo da 400 miliardi. Quindi con effetto immediato.
Il contributo sarà progressivo e cioè aumenterà al crescere dei redditi, ma sarà fiscalmente deducibile. “La somma versata – spiega Delrio – sarà deducibile e andrà da alcune centinaia di euro fino a decine di migliaia per redditi superiori al milione. Il gettito atteso è di 1,3 miliardi annui di euro” a fronte di un rischio povertà “per un ulteriore milione di bambini”.
“Un grande e solidale Paese come l’Italia – aggiunge Delrio – non può non porsi il tema di come le classi dirigenti e coloro che dispongono di redditi elevati debbano essere chiamati a contribuire a favore di chi non ce la fa”.
Dura la reazione delle opposizioni, a partire da Forza Italia che con la capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, che attacca così: “Il Pd esce allo scoperto e propone una Corona-tassa con cui vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani per far fronte all’emergenza Coronavirus”.
Ma critici sono anche i renziani di Italia Viva, che con Ettore Rosato dicono: “Ai nostri partner di Governo in 24 ore abbiamo sentito dire No alla riapertura graduale delle imprese, No all’attivazione del sostegno europeo tramite il Mes e sì alla patrimoniale. Auguri Italia”.
Contrari anche i Cinque Stelle che con il loro coordinatore Crimi dicono: “Non esiste. Noi siamo contrari a qualcunque forme di patrimoniale”. Alla fine il premier Giuseppe Conte ha smentito che la Coron-tax sia all’ordine del giorno