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Patto di Stabilità e Crescita, via libera all’accordo Ue: ecco le nuove regole per deficit e debito pubblico

Imagoeconomica

Dall’Ecofin via libera al nuovo Patto di Stabilità e Crescita. È il risultato di una lunga maratona di trattative condotta negli scorsi mesi che si è conclusa oggi, mercoledì 20 dicembre, con una riunione in videoconferenza dei ministri dell’Economia dei 27 paesi membri. L’Italia, pur mantenendo forti riserve sull’accordo, soprattutto considerando l’influenza predominante dell’asse Francia-Germania, ha alla fine acconsentito all’intesa.

Il nuovo patto “assicura stabilità e crescita con regole equilibrate, realistiche e adatte alle sfide attuali e future”, fa sapere la presidenza spagnola dell’Ecofin. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha espresso l’assenso dell’Italia alla proposta di riforma del Patto di Stabilità, ma con alcune ombre: “Ci sono alcune cose positive e altre meno. L’Italia però ha ottenuto molto e soprattutto quello che sottoscriviamo è un accordo sostenibile per il nostro Paese, volto da una parte a una realistica e graduale riduzione del debito, dall’altra guarda agli investimenti specialmente del Pnrr con spirito costruttivo”. Insomma, una soddisfazione a metà per Roma.

Perché il Patto di Stabilità è stato modificato?

Il patto, siglato nel 1997, è stato sospeso nel marzo del 2020 in seguito alla crisi economica scatenata dalla pandemia e poi per la guerra in Ucraina e la crisi energetica. Prima del suo ritorno in vigore, nel gennaio 2024, i governi dei Paesi che fanno parte dell’Ue si sono impegnati a modificarlo, in quanto divenuto molto complicato e la sua applicazione irrealistica.

Come cambia?

La presidenza spagnola ha indicato che “il nuovo quadro rafforza il ruolo dei paesi, che dovranno presentare i propri piani di bilancio quadriennali, con la possibilità di estendere il periodo di aggiustamento dei conti a 7 anni per consentire l’esecuzione di investimenti e riforme strategiche”. Ciò “si tradurrà in una migliore conformità, poiché le condizioni saranno allineate alle priorità del governo e le sue esigenze specifiche”. È previsto “un trattamento speciale” alle riforme e agli investimenti dei Next Generation Recovery Plan, così come al cofinanziamento nazionale di altri fondi europei, aspetto molto importante per l’Italia. L’indicatore chiave per l’intero periodo di aggiustamento sarà il percorso di spesa di ciascun paese, monitorando le deviazioni accumulate in un “conto di controllo”.

La riduzione del debito

Riguardo alla riduzione del debito, sono previste salvaguardie, inclusi obiettivi di riduzione annua del rapporto debito pari all’1% per i paesi con debito superiore al 90% e dello 0,5% per quelli tra il 60% e il 90%. Nel “braccio preventivo” del Patto, quando il deficit/pil è inferiore al 3%, è previsto un margine di bilancio del disavanzo strutturale pari all’1,5% del Pil. Per i suddetti paesi, la velocità di aggiustamento del deficit primario strutturale sarà dello 0,4% del Pil all’anno, con la possibilità di ridursi allo 0,25% in caso di estensione da 4 a 7 anni. Le norme includono anche un regime transitorio fino al 2027 per attenuare l’impatto dell’aumento del peso degli interessi, tutelando la capacità di investimento.

Gentiloni: “In vigore dalla primavera 2024”

Per quanto riguarda i parametri numerici “sono tutti i parametri che i diversi paesi inclusa l’Italia possono affrontare. Sono realisti. Il limite di questo schema? Ci sono aggiunti diversi parametri, in positivo e in negativo, ci sono alcuni che sono utili ad assicurare che non ci siano rischi di ciclicità, ossia che in tempi difficili si accentuano le difficoltà e in tempi facili non si riesca a risanare la finanza pubblica”, ha detto il commissario Ue agli Affari Economici Paolo Gentiloni aggiungendo che il nuovo Patto di Stabilità entrerà in vigore nella primavera del 2024 “se le tappe finali per la sua approvazione si concluderanno positivamente”.

Nuovo Patto di Stabilità: cosa vuol dire per l’Italia?

L’accordo offre all’Italia una maggiore flessibilità di bilancio e riduce alcune delle stringenti misure fiscali, mentre la clausola di flessibilità temporanea rappresenta un importante strumento per affrontare i futuri sviluppi economici. Tra gli aspetti cruciali per l’Italia, come anche per la Francia, c’era l’attenzione all’aumento del peso della spesa per interessi nei Paesi sotto procedura per deficit durante il braccio correttivo. Particolarmente importante data l’attuale aumento dei tassi, poiché si mira a evitare tagli agli investimenti essenziali per gli obiettivi climatici fissati per il 2030 e il 2050. Il nuovo quadro considera anche gli investimenti e le riforme nell’estensione del periodo di aggiustamento, con un ritmo “progressivo” per raggiungere l’obiettivo di deficit strutturale dell’1,5%, includendo l’obiettivo di medio termine di un “surplus di bilancio” strutturale per l’Italia.

Ora il testo dovrà attraversare una serie di passaggi prima di ottenere l’approvazione ufficiale. Una volta reso noto, sarà possibile valutare quale posizione, tra la richiesta di maggiore rigore della Germania e l’approccio più flessibile sostenuto dalla Francia e dall’Italia, avrà prevalso al termine delle trattative.

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