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Patent Box: il Fisco spiega il bonus su marchi, software e brevetti

Una circolare dell’Agenzia delle Entrate redatta in collaborazione con il Mise chiarisce come si calcola l’agevolazione fiscale per i redditi derivanti dall’utilizzo di beni immateriali – Altre precisazioni riguardano l’istanza di ruling, la remissione in bonis, i costi per il marketing e le operazioni straordinarie.

Patent Box: il Fisco spiega il bonus su marchi, software e brevetti

Il nome è di quelli oscuri, “Patent Box”. Non si tratta di una scatola e non c’entra la patente di guida: è un’agevolazione fiscale per i redditi derivanti dall’utilizzo (diretto o indiretto) di beni immateriali come software, disegni, modelli, brevetti industriali, marchi e know-how. Il bonus è stato introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 e successivamente modificato dalla manovra di quest’anno. Per chiarire come funziona, l’Agenzia delle Entrate ha pubblicato una circolare redatta in collaborazione con il ministero dello Sviluppo economico.

COME SI CALCOLA IL PATENT BOX

In sostanza, il Patent Box consente di ridurre la base imponibile (e quindi il prelievo fiscale) ai fini Irpef o Ires, nonché ai fini Irap. I passi da seguire per determinare l’agevolazione, spiega il Fisco, sono tre:

I. individuare il reddito agevolabile derivante dall’utilizzo diretto o indiretto
del bene immateriale;

II. calcolare il nexus ratio, dato dal rapporto tra i costi qualificati e i costi
complessivi;

III. calcolare il prodotto tra il reddito agevolabile ed il nexus ratio, ottenendo così la quota di reddito agevolabile, che viene ridotta del 30% sul reddito d’impresa del 2015 e del 40% per il 2016. Per gli anni successivi la riduzione sarà del 50%.

Al fine di consentire l’accesso al regime anche a quelle aziende non ancora dotate di sistemi analitici di contabilità gestionale, nel primo triennio di applicazione dell’agevolazione il nexus ratio può essere determinato considerando i costi qualificati e i costi complessivi come grandezze aggregate, vale a dire senza distinzione per singolo bene immateriale.

L’Agenzia delle Entrate, infine, chiarisce che il reddito agevolabile è costituito dalle componenti positive come “royalties implicite” o canoni che derivano dalla concessione in uso dei beni immateriali, al netto dei costi fiscalmente rilevanti diretti e indiretti ad essi connessi. Per determinare il reddito agevolabile, pertanto, valgono i costi fiscalmente riconosciuti, compresi gli ammortamenti fiscalmente rilevanti.

PATENT BOX E ISTANZA DI RULING

La circolare esamina quindi il rapporto tra l’esercizio dell’opzione Patent Box e la presentazione dell’istanza di ruling (la procedura concordata tra il privato e l’Agenzia delle Entrate per determinare il contributo economico derivante dal bene immateriale). In breve, l’opzione non si invalida se l’istanza di ruling dovesse decadere per la mancata presentazione nei termini della documentazione integrativa.

PATENT BOX E “REMISSIONE IN BONIS”

L’opzione può essere esercitata anche tardivamente avvalendosi della “remissione in bonis”, una sanatoria con la quale viene concesso ai contribuenti che non hanno ottemperato agli obblighi per tempo la possibilità di evitare la decadenza dal beneficio. È sufficiente mettersi in regola con gli adempimenti omessi entro il termine di presentazione della prima dichiarazione dei redditi utile (in questo caso entro il 30 settembre 2016) e pagando in F24 una sanzione minima di 258 euro. Non possono usufruire della remissione in bonis i contribuenti che abbiano un accertamento in corso che riguardi anche l’adempimento oggetto della sanatoria.

NEL PATENT BOX ANCHE I COSTI PER IL MARKETING

La circolare spiega inoltre che le spese sostenute per “attività di presentazione, comunicazione e promozione” rientrano tra i costi qualificati da considerare nel rapporto nexus. Naturalmente, queste spese si possono computare nel nexus ratio solo se sono riferibili “a un marchio oggetto di opzione – si legge nel testo –, nei casi in cui lo stesso risulti agevolato come bene autonomo o come bene complementare ad altri IP”.

PATENT BOX E RICERCA

Le spese per la ricerca fondamentale (quella che ha come obiettivo primario la comprensione teorica) confluiscono nel nexus ratio limitatamente al periodo d’imposta durante il quale le conoscenze acquisite si traducono in ricerca applicata. La ricerca che non va a buon fine, invece, non deve essere considerata ai fini del nexus ratio.

PATENT BOX E OPERAZIONI STRAORDINARIE

In caso di operazioni di fusione, scissione e conferimento di azienda, la società incorporante subentra nell’esercizio dell’opzione Patent Box effettuata dalla società incorporata. L’amministrazione finanziaria valuterà caso per caso se le aziende coinvolte nelle operazioni straordinarie rispettano o meno le condizioni previste.

Leggi il testo integrale della circolare n. 11/E dell’Agenzia delle Entrate – pdf.

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