Alleanza, la compagnia di assicurazioni del gruppo Generali Italia fondata a Genova nel 1898, chiude un 2018 da record, con la produzione in crescita del 10% a 2,4 miliardi, meglio del comparto che stando ai dati dell’Ania aggiornati a novembre è fermo al 3,1%: “In pochi anni siamo passati dalla nona alla quinta posizione tra le compagnie Vita italiane”, ha detto l’amministratore delegato Davide Passero, intervistato da FIRSTonline a margine della Convention genovese, in occasione della quale è stato lanciato il nuovo modello innovativo basato sulla consulenza di valore e sulla convivenza tra “tocco umano e tecnologia digitale”. La grande particolarità di Alleanza è proprio questa: nata sul modello popolare all’inglese e capillarmente presente sul territorio con 15 mila consulenti e 1.200 punti operativi, è però anche la prima rete assicurativa in Europa per digitalizzazione: “Non si può rimanere fuori dall’evoluzione digitale. Chi adotta strumenti tecnologici acquisisce un grande vantaggio competitivo, ma la nostra forza sta nei nostri consulenti e continueremo a puntare anche sulle persone, come dimostra il nostro piano da 900 assunzioni nei prossimi quattro anni”.
Dottor Passero, che cosa intendete per innovazione nelle assicurazioni e come la conciliate con l’attività tradizionale?
“Il nostro è un modello di crescita sostenibile, che si articola in due concetti fondamentali: la transizione dall’analogico al digitale, ma anche l’innovazione degli stessi prodotti, affiancando a quelli tradizionali dei prodotti nuovi e ibridi. La vera sfida è quella di non limitarsi a portare l’attività analogica in digitale e anche di non puntare tutto e solo sul digitale. Bisogna considerare che nuovi player vogliono entrare nel business assicurativo e che noi non potremo mai essere come loro. Potremo però competere con questi nuovi attori e considerarci un ‘Amazon con le gambe’, che significa unire in uno stile unico ‘high tech e high touch’, cioè strumenti digitali e relazione personale, fornendo consulenza di valore. Questa è l’essenza di Stile Alleanza”.
Voi avete consulenti su tutto il territorio nazionale ma come sta cambiando il ruolo dell’agente assicurativo e come sopravviverà alla rivoluzione digitale?
“Il ruolo del consulente è destinato a cambiare e noi ci stiamo già occupando di questa transizione con il programma Generazione Alleanza, destinato alla formazione dei giovani, che ha già portato all’inserimento di 1.300 persone con le nuove skills richieste. Inoltre solo nell’ultimo anno abbiamo erogato un milione di ore di formazione. La tecnologia non è un ostacolo ma anzi un abilitatore di relazioni. I nostri agenti oggi possono recarsi dai clienti muniti di un tablet, attraverso il quale possono illustrare in maniera più chiara i prodotti e gestire più velocemente la pratica, guadagnando in efficacia e in tempo da dedicare ai clienti. Inoltre la tecnologia consente di allargare i confini dell’attività stessa della compagnia. Come ci piace sempre ricordare come Gruppo, si tratta di costruire una nuova modalità di relazione, diventando ‘partner di vita’ dei clienti. E permettetemi di dire che questo sta funzionando: cresciamo da quattro anni consecutivi e abbiamo il 94% di fedeltà dei clienti, con il tasso di soddisfazione che nel 2018 ha raggiunto quota 22%, una percentuale molto significativa per il settore”.
Tra i nuovi driver sui quali state puntando c’è sicuramente quello della Protezione Salute. L’anno scorso avete lanciato un nuovo prodotto ad hoc, che sta spopolando. E’ in quella direzione che va il mercato?
“Noi non guardiamo solo a un driver, ma sicuramente quello della salute è tra quelli a cui guardiamo di più, perché risponde a una vera e propria esigenza sociale. Gli italiani, come è noto, sono ampiamente sottoassicurati rispetto alla loro salute: abbiamo un ottimo servizio sanitario nazionale, ma nonostante questo la spesa sanitaria privata degli italiani è di 40 miliardi di euro ogni anno, con una percentuale coperta bassissima. Nel 2018 abbiamo lanciato ‘Semplice come Alleanza’, che con poche decine di euro al mese copre i clienti da tutti quegli imprevisti legati a lesioni fisiche o a visite specialistiche. A dimostrazione della necessità sociale, abbiamo già firmato con 30.000 clienti per un totale premi di 12 milioni e viaggiamo tuttora alla media di 5.000 nuovi contratti al mese. Siamo soddisfatti ma non appagati perché c’è il margine per fare ancora meglio. Vogliamo rendere questo tipo di soluzione popolare”.
Non sarà difficile, visto che un contratto base costa appena 15 euro al mese.
“Esatto. Costa poco più di un abbonamento a Netflix e circa la metà di un abbonamento a Sky, che sono due prodotti appunto molto popolari. Vogliamo che lo diventi anche ‘Semplice come Alleanza’. Un altro aspetto importante, oltre all’accessibilità, è la certezza del risarcimento: solitamente è molto lungo e complicato ottenere il rimborso della spesa, in questo caso invece la procedura è chiaramente stabilita nel contratto, a seconda della soluzione offerta”.
Punterete anche sul long term care?
“Sì, ci interessa, anche se vogliamo procedere per gradi e per priorità”.
Complessivamente il 2018 non è stato un anno brillante sul fronte del risparmio, ma ciò nonostante la vostra crescita è stata tripla rispetto a quella del mercato. Quali sono le prospettive per il 2019 e quanto potrebbe incidere lo scenario economico negativo?
“Spesso è proprio quando c’è più incertezza nei mercati finanziari che i prodotti assicurativi possono risultare più attrattivi. In generale, il ciclo economico non influirà sullo stock di attività finanziaria, che in Italia è altissimo, grazie alla storica propensione al risparmio degli italiani, che vale complessivamente 4.000 miliardi di euro. Il rallentamento dell’economia può incidere sui redditi e dunque su consumi e flussi di risparmio, ma il mercato italiano rimane potenzialmente enorme. Credo in definitiva che un buon risultato nel 2019 dipenda tutto dalla nostra abilità e non dal trend del mercato”.
Alleanza ha compiuto 120 anni di vita ed è nata a Genova, città a cui è ancora oggi fortemente legata: in Liguria ci sono 40.000 clienti sui quasi 1,9 milioni della compagnia, con 114 milioni di premi raccolti e una crescita del 20% negli ultimi tre anni. Il capoluogo è stato recentemente colpito dalla tragedia del Ponte Morandi, che viene smantellato proprio in questi giorni. Avete dedicato qualche iniziativa alla città?
Qualche mese fa abbiamo lanciato ‘Ora di Futuro’, un progetto di educazione per i bambini che coinvolge insegnanti, famiglie, scuole primarie e reti non profit in tutta Italia, promosso da Generali Italia, Alleanza Assicurazioni e dalla fondazione The Human Safety Net. Ed è proprio a Genova che pochi giorni fa abbiamo inaugurato il primo Centro per “Ora di Futuro”, che si rivolge alle famiglie con bambini da 0 a 6 anni e che viene gestito dalla Onlus ‘L’Albero della Vita’. Il Centro si trova nel quartiere di Sampierdarena, a poche decine di metri dalla zona rossa intorno al Ponte Morandi: saranno supportate 80 famiglie e 160 bambini con azioni mirate e percorsi di educazione alla genitorialità”.