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Partite Iva, nuove sanzioni e ordine nei crediti di imposta. Modifiche al concordato: ecco le novità

La riforma, in vigore da settembre 2024, sarà contenuta nel decreto legislativo sulle sanzioni all’esame del Cdm per il via libero lunedì 20 maggio. Ecco cosa sappiamo

Partite Iva, nuove sanzioni e ordine nei crediti di imposta. Modifiche al concordato: ecco le novità

A partire da settembre 2024, entreranno in vigore nuove sanzioni per le partite Iva e ci saranno alcune modifiche al concordato preventivo. Il viceministro dell’Economia e delle Finanze Maurizio Leo ha annunciato che lunedì 20 maggio il Consiglio dei ministri darà il via libera definitivo alle modifiche riguardanti le multe amministrative e penali, proposte per affrontare meglio le situazioni in cui si verificano delle violazioni delle norme fiscali da parte dei contribuenti. Queste modifiche, spiega il Sole 24 Ore, includono anche un atto di indirizzo per spiegare in modo dettagliato l’applicazione delle nuove regole ai crediti d’imposta più utilizzati, come quelli per la ricerca e lo sviluppo e gli investimenti.

Decreto sanzioni: si fa ordine sui crediti d’imposta. Ecco le novità

Le nuove sanzioni si applicheranno alle violazioni commesse a partire da settembre 2024. Saranno definite due categorie di crediti d’imposta inesistenti e quattro categorie per quelli non spettanti. Ciò significa che verranno stabilite delle regole più precise per determinare quando un credito d’imposta è illegittimo o non dovuto. Nel dettaglio:

  • Crediti d’imposta inesistenti: si tratta di crediti che non hanno una base legale o reale su cui fondarsi. Potrebbero essere ottenuti in modo fraudolento o senza rispettare i requisiti necessari per ottenerli. Ad esempio, potrebbero essere crediti inventati o ottenuti attraverso frodi. Le sanzioni per questi crediti sono generalmente più severe, perché rappresentano una violazione grave delle leggi fiscali.
  • Crediti d’imposta non spettanti: questi crediti esistono realmente, ma non sono ottenuti secondo le modalità previste dalla legge. Ciò significa che potrebbero essere stati richiesti o utilizzati in modo errato, senza rispettare i requisiti o le procedure stabilite. Le sanzioni per questi crediti sono meno severe, poiché si tratta più di errori procedurali o di interpretazione errata delle normative fiscali.

Per i crediti d’imposta inesistenti, scrive il Sole 24 Ore, si prevedono due categorie: l’assenza di requisiti oggettivi o soggettivi (con una sanzione del 70%) e i casi in cui tale mancanza è il risultato di frodi (con sanzioni che vanno dal 105% al 140%). Per i crediti non spettanti, si stanno valutando quattro categorie (con sanzioni più moderate al 25%): l’assenza di ulteriori requisiti o elementi qualitativi, il mancato rispetto delle modalità previste dalla normativa, l’utilizzo per un importo superiore a quello previsto e la mancata osservanza degli adempimenti amministrativi specificamente previsti. Si sta anche lavorando su una distinzione ulteriore per consentire una riduzione della sanzione se la violazione viene corretta entro una data specifica.

Nuovi Testi unici in arrivo

Sul fronte delle sanzioni, sarà necessario aggiornare la data di entrata in vigore, poiché il testo originale del decreto legislativo prevedeva una decorrenza basata sulle violazioni commesse entro il 30 aprile, data che è ormai passata.

Oltre le modifiche al decreto delle sanzioni, nei prossimi mesi ci saranno anche dei nuovi Testi unici che riuniranno e chiariranno le norme fiscali. Durante la fase di consultazione pubblica, sono state ricevute molte osservazioni e suggerimenti da parte di professionisti, imprese, docenti universitari e altri esperti del settore. L’obiettivo è di approvare questi testi prima della pausa estiva, ma allo stesso tempo dare alle persone il tempo necessario per comprenderli prima che entrino in vigore.

Partite Iva, nuove regole: autotutela ampliata e revisione del concordato 

In attesa del decreto correttivo, si stanno esaminando nuove regole per le partite Iva. In particolare, un ampliamento dell’autotutela obbligatoria, ovvero la possibilità di consentire ai contribuenti di correggere autonomamente eventuali errori o omissioni nelle loro dichiarazioni fiscali prima che il Fisco intervenga con eventuali sanzioni o azioni di recupero.

Quanto al concordato preventivo biennale per le partite Iva (un accordo stipulato dai professionisti autonomi o dalle piccole imprese per ottenere una dilazione dei pagamenti e concordare un piano di rientro per i debiti accumulati), le revisioni in discussione potrebbero riguardare la possibilità di includere le perdite su crediti nei componenti straordinari, consentendo così ai contribuenti di considerare tali perdite nel calcolo della cifra da rimborsare o da versare.

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