L’esercito delle partite Iva italiane ha di che sperare. Il Governo ha dichiarato a più riprese l’intenzione di semplificare la burocrazia e ridurre i costi a loro carico, e stavolta dovremmo esserci, anche se i provvedimenti saranno con ogni probabilità scaglionati nel tempo.
Le prime norme potrebbero vedere la luce entro fine maggio con un correttivo al decreto semplificazioni attuativo della delega fiscale. Fra queste dovrebbero rientrare diverse semplificazioni a costo zero, articolate in base a due principi fondamentali: meno comunicazioni, più digitalizzazione. Si dovrebbe perciò dire addio allo Spesometro, mentre diverse comunicazioni (assegnazione di beni ai soci, finanziamento ai soci, operazioni black list o le dichiarazioni d’intento) potrebbero finire tra le “misure premiali” per incentivare le partite Iva a comunicare tutti i dati delle fatture.
Sarà inoltre potenziata la fatturazione elettronica (quella fra i privati dovrebbe partire nel 2017) e diventeranno digitali anche le notificazioni degli atti catastali e di quelli dell’Agenzia delle Entrate, che saranno inviati a professionisti e imprese tramite Pec. Il Fisco smetterà poi di chiedere i dati di cui è già in possesso: si dovranno comunicare solo le variazioni.
Altre due misure riguardano la moratoria estiva (che prevede la sospensione dei termini amministrativi a carico dei contribuenti), e la proroga automatica di 60 giorni dei termini di versamento e dichiarazione in caso di ritardi dell’amministrazione finanziaria nell’emanazione di provvedimenti attuativi, istruzioni o prospetti (in sostanza, tra l’introduzione di una regola e il suo adempimento dovranno passare almeno 60 giorni).
Quanto al modello F24 cartaceo, tornerà per i non titolari di partite Iva, mentre il modello 770 potrebbe essere eliminato o drasticamente semplificato. In sostituzione, l’Agenzia delle Entrate propone una sorta di modello precompilato.
Ulteriori novità potrebbero essere rinviate per confluire nel decreto legge “Finanza per la crescita 2.0”, annunciato più volte dal ministro del Tesoro Pier Carlo Padoan. Altre ancora dovrebbero arrivare a fine anno con la legge di Stabilità 2017.
Proprio nella manovra di fine anno dovrebbe vedere la luce la nuova flat tax – di cui si è già parlato come Imposta sul reddito dell’imprenditore (Iri) – in base alla quale le imprese personali che lasciano gli utili in azienda beneficeranno di una tassazione proporzionale anziché progressiva (Ires e non Irpef).
Un’altra misura attesa prevede l’introduzione del criterio di cassa per determinare il reddito delle imprese personali in contabilità semplificata, un metodo che consentirebbe anche a questi soggetti di pagare le tasse su quanto realmente guadagnato, come fanno i professionisti.
Sempre la legge di Stabilità potrebbe contenere l’abolizione per alcune categorie degli studi di settore (che saranno utilizzati solo per la compliance, non più per gli accertamenti), la definizione dell’autonoma organizzazione per garantire a professionisti e micro imprese la non applicazione dell’Irap e l’aumento della quota di deducibilità dell’Imu dal reddito d’impresa (oggi al 20%).