Novità importanti per il cosiddetto popolo delle Partite Iva, quasi nove milioni di persone che potrebbero essere interessate da una mini rivoluzione fiscale volta a contrastare l’evasione, male endemico dell’Italia.
In base alle ultime indiscrezioni, la bozza Legge di Bilancio 2018, il cui testo dovrebbe arrivare in Senato entro il 20 ottobre, contiene una misura che stabilisce l’introduzione della dichiarazione IVA precompilata.
A un anno e mezzo dal debutto del 730 e del modello redditi precompilato per lavoratori dipendenti e pensionati, dal prossimo anno anche le Partite Iva potranno sfruttare lo strumento per presentare la loro dichiarazione Iva e redditi.
Partite Iva: come funzionerà la dichiarazione precompilata
Secondo i primi rumors la dichiarazione IVA precompilata sarà basata sui dati derivanti dalla fatturazione elettronica. La norma inserita nella manovra 2018 prevede che sia l’Agenzia delle Entrate a predisporre una bozza di modello IVA e modello redditi precompilati. Un documento che conterrà non solo prospetti e calcoli, ma anche i prospetti periodici della liquidazione Iva e le bozze dei modelli F24 di versamento, con le relative compensazioni.
Dichiarazione Iva precompilata: soggetti interessati
Una novità importante che, come detto, riguarderà il cosiddetto popolo delle partite IVA, vale a dire, professionisti, autonomi, commercianti, artigiani, piccoli imprenditori individuali. Dovrebbero essere coinvolte nel cambiamento anche le imprese ammesse al regime di contabilità semplificata, mentre rimangono escluse le grandi aziende che hanno una contabilità troppo complessa.
Partite Iva: dichiarazione precompilata contro l’evasione
La dichiarazione Iva precompilata rappresenta l’ennesimo strumento messo in campo dal Governo al fine di contrastare l’evasione fiscale in Italia che, nonostante i progressi degli ultimi anni, raggiunge ancora cifre monstre.
In base ai numeri contenuti nel DEF (Documento di Economia e Finanza), nel 2015, tra tasse e contributi, sono stati evasi 101,1 miliardi di euro, una cifra che rappresenta un calo del 4,2% rispetto ai 105,6 miliardi del 2014.
All’interno di questi numeri complessivi l’Imposta sul Valore Aggiunto ha un peso enorme. Dal gettito Iva potenziale mancano infatti 34,7 miliardi di euro, 31,6 dall’Irpef, 10,2 dall’Ires, 6,1 dall’Ires e via dicendo.