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Parmigiano Reggiano, un 2021 da record e l’estero assorbe il 45% della produzione

FIRSTonline

Annata eccezionale per il Parmigiano Reggiano: il 2021 si è chiuso con ottimi risultati sia per quanto riguarda vendite che per prezzi, il giro d’affari al consumo ha toccato il massimo storico di 2,7 miliardi di euro contro i 2,35 miliardi del 2020. Al massimo anche il valore generato alla produzione con 1,71 miliardi di euro contro gli 1,52 miliardi del 2020. Il 2021 è stato un anno record anche per la produzione, che cresce complessivamente del 3,9% rispetto all’anno precedente. I 4,09 milioni di forme (circa 163 mila tonnellate) rappresentano il livello più elevato nella storia del Parmigiano Reggiano. Volumi che orientano il Consorzio a puntare sempre di più verso l’estero: mercati di grandi opportunità di sviluppo per una produzione in continua, ma programmata, espansione.

La quota export è salita infatti al 45% (+2,9% di crescita a volume rispetto all’anno precedente). Gli Stati Uniti sono il primo mercato (21% dell’export totale), seguito da Francia (19%), Germania (17%), Regno Unito (11%) e Canada (5%). Nei mercati più importanti, le performance migliori, rispetto al 2020, sono state registrate negli USA (+10,4%), in Francia (+4,5%) e in Canada (+5,5%). Cresciuti anche la maggior parte dei mercati europei, in particolare Svizzera (+14,7%) e Svezia (+13,2%). Hanno perso invece terreno il Regno Unito (-15,6%) a causa di Brexit, e la Germania ( -1,9 % ma dopo una crescita importante rispetto al 2019).

USA, Francia, Germania principali paesi importatori

In generale negli ultimi quattro anni, la produzione di Parmigiano Reggiano è aumentata da 3,7 milioni di forme a 4,09 milioni di forme, registrando una crescita pari al 10,6%. Nei mercati, il Parmigiano Reggiano ha registrato nel 2021 una quotazione positiva e stabile: la media annua è stata di 10,34 euro al chilo (Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore), con oscillazioni di prezzo contenute tra 10,25 €/kg e 10,40 €/kg. Da ricordare che nel 2020 la media era stata di 8,57 €/kg e nel 2019, prima dell’inizio della pandemia, di 10,76 €/kg (fonte: Borsa Merci Comprensoriale di Parma).

L’incremento dei consumi in Italia ha registrato un +4,5% rispetto ai livelli pre-pandemia: 89.101 tonnellate nel 2021 contro le 85.258 del 2019. Il dato risulta essere in leggera flessione (-1,3%) se comparato a quello del 2020: anno straordinario in cui, a causa del primo lockdown, si registrò un boom dei consumi domestici del prodotto.  La GDA rimane il primo canale distributivo (51%), seguita dalle vendite dirette dei caseifici che registrano un forte aumento, e dall’industria (14%), che beneficia della crescente popolarità dei prodotti caratterizzati dalla presenza di Parmigiano Reggiano tra gli ingredienti. Il canale Horeca rimane fanalino di coda, e quindi enorme potenziale di sviluppo, ma recupera volumi e si attesta al 7% del totale rispetto al 2% registrato nel 2020. Il restante 8% è distribuito negli altri canali di vendita.

“La tregua che il Covid sta dando all’Europa potrebbe preludere, secondo l’OMS, alla fine della pandemia – ha affermato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano – La nostra filiera non solo ha retto all’onda d’urto del Covid ma in questo anno è riuscita a espandere i consumi e a trovare la stabilità dei prezzi alla produzione. Ora che stiamo uscendo da questa fase, dovremo fare fronte ai riflessi di un mercato che è stato tonico ma che potrebbe manifestare – a seguito di un aumento produttivo trainato dai prezzi e dalla domanda – dei problemi di eccesso di offerta. Il piano marketing e i nuovi piani produttivi, deliberati in Assemblea a dicembre 2021, sono i due strumenti principali con i quali ci apprestiamo ad affrontare queste sfide di breve e medio termine per posizionare, ancora una volta, il Parmigiano Reggiano su una traiettoria di crescita forte e di lungo periodo”.

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