“Abbiamo chiesto la revoca del consiglio d’amministrazione e la nomina di un amministratore giudiziario” per Parmalat. Lo ha annunciato il procuratore capo di Parma, Gerardo Laguardia, in una pausa dell’udienza finale del procedimento civile di primo grado sulla gestione del gruppo di Collecchio da parte della francese Lactalis, che dal luglio 2011 controlla l’83,3% dell’ex impero Tanzi. All’inizio del pomeriggio il titolo in Borsa di Parmalat era arrivata a perdere oltre 3 punti, fra i peggiori ribassi dell’intero Ftse Mib, per poi ritracciare improvvisamente e tornare in territorio positivo.
Secondo la Procura, l’amministratore dovrebbe restare in carica “per 4-5 mesi”, ovvero “il periodo per le azioni necessarie all’annullamento o alla dichiarazione di nullità del contratto di acquisto di Lag”, ha aggiunto Laguardia. All’udienza è presente anche il presidente di Parmalat, Franco Tatò, che stamane ha escluso qualsiasi ipotesi di delisting dell’azienda da Piazza Affari.
La causa riguarda l’operazione Lag (Lactalis America Group), società attiva negli Usa che il gruppo francese ha venduto all’azienda italiana per 957 milioni di dollari. Una cessione “infragruppo”, apparentemente a saldo finanziario zero, che tuttavia consente al gigante della famiglia Besnier di metter mano alla cassa di Parmalat e di colmare così il debito contratto proprio per la scalata a Parmalat di due anni fa. L’operazione è stata duramente contestata alcuni azionisti di minoranza di Parmalat come Amber, Gamco Asset Management e Fidelity Worldwide Investment.
Chiusa la fase istruttoria il 28 gennaio scorso, oggi il presidente del tribunale di Parma, Roberto Piscopo, dovrà decidere se disporre o meno un’ispezione in Parmalat per valutare la correttezza dell’operazione. Se la discussione non terminare in giornata, domani si terrà una nuova udienza.