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Parmalat: consiglieri si dimettono, decade Cda

Il Cda di Parmalat è decaduto dopo le dimissioni di tre consiglieri, fra cui l’amministratore delegato Yvon Guerin. Lo comunica la società in una nota, precisando che la prossima assemblea dovrà rinnovare le cariche. Parmalat spiega che il consigliere Antonio Sala – che ha un lungo passato ai vertici delle aziende di Lactalis, socio di maggioranza dell’azienda emiliana – “ha rassegnato le proprie dimissioni dal consiglio con effetto dall’approvazione del bilancio 2015 da parte dell’assemblea degli azionisti convocata per il prossimo 29 aprile”.

Sala ha dichiarato che “in un quadro in cui Parmalat ha conseguito ancora una volta risultati in crescita e dimostrato una propensione a scelte industriali impegnative, ha ritenuto di dover rassegnare le sue dimissioni a fronte del continuo riproporsi di contrapposizioni in seno al consiglio di amministrazione”.

L’amministratore delegato Yvon Guerin e il consigliere Patrice Gassenbach, anche loro espressione di Lactalis, si sono associati all’iniziativa, rassegnando a loro volta le dimissioni da consiglieri e determinando così la decadenza dell’intero Consiglio di amministrazione a far data dalla prossima assemblea.

Il Cda ha approvato giovedì il bilancio convocando l’assemblea per il prossimo 29 aprile che reca, nella parte straordinaria, la proposta di alcune modifiche statutarie che dovrebbero andare nel senso di un’ulteriore stretta sulla governance da parte dell’azionista di maggioranza Lactalis. Le proposte di modifica non sono ancora state rese note, ma alcuni osservatori ipotizzano che Lactalis potrebbe stringere la presa sulla governance magari riducendo il numero dei consiglieri e togliendo il divieto di cumulare le cariche di presidente e amministratore delegato. Anche sui requisiti per far parte del collegio sindacale potrebbero esserci delle novità e, in questo caso, la nomina del piccolo azionista e sindaco supplente Marco Pedretti che dovrebbe subentrare a Michele Rutigliano dimessosi ieri potrebbe essere a rischio.

Per quanto riguarda i conti, Parmalat archivia il 2015 con un utile di 147,6 milioni, in calo del 28,1% sul precedente esercizio (+30,9% a cambi costanti, esclusa l’iperinflazione in Venezuela). I ricavi si sono attestati a 6,41 miliardi, con un incremento del 15,7% a cambi correnti e dell’8,8% a cambi costanti, mentre il margine operativo lordo è stato pari a 444,5 milioni con una variazione positiva dell’1,1% a cambi correnti e del 22,1% a cambi costanti.

Il gruppo propone la distribuzione di una cedola di 0,017 euro per azione. Per il 2016 è prevista una crescita del fatturato netto del 5% circa e del margine operativo lordo del 10% a cambi costanti, considerando per le nuove acquisizioni dati comparativi 2015 pro forma ed escludendo la consociata venezuelana.

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