Lactalis American Group non valeva più di 623,15 milioni di dollari, ovvero 150 milioni in meno rispetto al prezzo pagato da Parmalat per acquistarla. Lo scrive il commissario della società di Collecchio, Angelo Manaresi, nella sua terza relazione sull’acquisto di Lag da parte dell’azienda italiana.
Nelle 49pagine depositate al Tribunale di Parma, Manaresi sottolinea che, essendo Parmalat una società quotata in Borsa, l’operazione non ha danneggiato solo i piccoli azionisti, ma l’intera credibilità del mercato. La relazione del commissario, insieme a quelle delle parti depositate a luglio, sarà discussa in udienza al Tribunale di Parma il prossimo 25 settembre nell’ambito del procedimento civile sull’acquisto di Lag.
Il caso è stato sollevato dalla Procura e dai soci di minoranza di Parmalat, che chiedono l’annullamento del contratto di acquisto di Lag e lo scioglimento del Cda di Collecchio. La società italiana è controllata per l’83,30% dalla francese Lactalis e nella primavera 2012 ne ha acquisito la controllata statunitense per 774 milioni di dollari, dopo un recente sconto di 130 milioni.
Il documento di Manaresi è “una risposta alle osservazioni formulate dalle parti”, come si legge nell’intestazione. Quest’estate i professori Angelo Provasoli e Pietro Mazzola, su richiesta di alcuni amministratori Parmalat, avevano fornito in qualità di consulenti esterni una valutazione scritta sul prezzo pagato per Lag, spiegando di ritenere che “che il meccanismo di determinazione del prezzo di acquisto di Lag e Lint da parte di Parmalat possa essere giudicato congruo e ragionevole”. I due professori avevano individuato una forchetta di prezzo compresa tra 810 e 860 milioni di dollari, coerente con quella fissata ai tempi dell’operazione (tra 760 e 960 milioni di dollari).
Oggi a Piazza affari il titolo di Parmalat guadagna lo 0,3% in apertura.