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Parmalat-Ciappazzi, sentenza d’appello: confermate le condanne a Geronzi e Arpe

La Corte d’appello di Bologna ha condannato oggi Cesare Geronzi a cinque anni di reclusione e l’ex ad di Capitalia Matteo Arpe a tre anni e sette mesi. La sentenza, che conferma il verdetto di primo grado, arriva nell’ambito del processo per il caso Parmalat-Ciappazzi. Arpe è attualmente presidente di Banca Profilo, di cui è anche azionista di maggioranza tramite Sator.

Il processo è una tranche del procedimento principale per il crack Parmalat sull’azienda di acque minerali Ciappazzi, che Calisto Tanzi acquistò dal gruppo Ciarrapico nel 2002. L’accusa sostiene che l’acquisto della società da parte del gruppo di Collecchio avvenne per le pressioni di Geronzi, all’epoca dei fatti numero uno di Banca di Roma (poi Capitalia), creditrice della dissestata Ciappazzi. Tanzi sarebbe stato costretto a rilevare l’azienda per ottenere dall’istituto una serie di finanziamenti alle società del gruppo Parmalat.

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