Parmalat chiude il terzo trimestre con un utile netto consolidato in calo a 58 da 75,4 milioni e ricavi in crescita per 1,41 miliardi da 1,1 miliardi. I dati includono il consolidamento di Lactalis American Group, Lactalis do Brazil e Lactalis Alimentos Mexico.
Il margine operativo lordo, dice una nota, sale a 115,8 milioni da 94,3 e raggiunge nei nove mesi i 279,2 milioni da 243,6 milioni nello stesso periodo 2011. Il gruppo ha fissato per fine anno un obiettivo di Ebitda di tra 430 e 440 milioni; aveva chiuso a 374 milioni il 2011.
Nel nove mesi l’utile scende a 140,5 milioni da 152,2 milioni, i ricavi sono in crescita del 13,2% a 3,69 miliardi. L’incremento del fatturato a perimetro costante, ossia escludendo l’effetto derivante dal consolidamento di Lactalis American Group Inc (e controllate), Lactalis do Brazil e Lactalis Alimentos Mexico nel terzo trimestre 2012, è del 7,5%.
Le disponibilità finanziarie nette sono pari a 745,7 milioni di euro, in diminuzione di 772,7 milioni da fine 2011. Le cause principali, spiega la nota, sono l’assorbimento di cassa da attività non ricorrenti per 720,8 milioni, principalmente a seguito dell’operazione di acquisizione di Lactalis America e il pagamento dei dividendi per 178,6 milioni, in parte compensato dalla generazione di cassa da attività operative e finanziarie, rispettivamente per 115,1 milioni e 10,9 milioni.
Il Cda di oggi ha anche preso in esame i dati gestionali non certificati di Lactalis America dei nove mesi, che mostrano un Ebitda in crescita del 9,2% sul 2011 ma inferiore di circa il 7,7% rispetto al budget. “Le prospettive per l’ultimo trimestre permettono, ad oggi, di prevedere il recupero del gap rispetto al budget”; qualora lo scostamento rispetto al budget si estendesse all’intero 2012, “il meccanismo correttivo del prezzo previsto nel contratto d’acquisto risulterebbe efficace consentendo, attraverso l’applicazione del multiplo dell’Ebitda, il pieno conguaglio del prezzo a favore di Parmalat”.