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Parmalat brilla in Borsa (+2,2%) spinta dall’attesa per dividendo straordinario e delisting

Il gruppo di Collecchio è l’unico titolo del Ftse Mib in territorio positivo – Il mercato scommette su conti in linea con il 2011 e il bis del dividendo straordinario dell’anno scorso a 10 centesimi – Una cedola ricca farebbe comodo anche a Lactalis – C’è chi guarda al delisting – Il 28 attesa l’udienza sul caso Lag promossa dai piccoli azionisti

Parmalat brilla in Borsa (+2,2%) spinta dall’attesa per dividendo straordinario e delisting

L’attesa per un ghiotto dividendo spinge Parmalat. Il titolo accelera a +2% a 1,87 euro in controtendenza rispetto al resto del Ftse Mib e unico titolo positivo del listino. Il mercato scommette che si replichi il dividendo straordinario di un anno fa che ha portato a staccare 10 centesimi complessivi per azione (il che significherebbe ai prezzi attuali un rendimento del 6%).

Il motivo per crederci? La fame di liquidità del suo principale azionista Lactalis che ha bisogno di risorse fresche per ridurre l’indebitamento che si aggira sui 6 miliardi di euro.  E i numeri non pongono ostacoli a questo scenario. Gli esperti si attendono per Prmalat un utile netto ampiamente in linea con quello del 2011 (189 milioni a livello di parent company e 224 milioni a livello consolidato prima delle poste straordinarie). “Sebbene ci aspettassimo una cedola di 0,05 euro per azione nel 2012, crediamo che Parmalat possa essere in grado di distribuire un dividendo di 0,10 euro, anche grazie alla solida posizione finanziaria netta”, ha commentato Kepler in una nota confermando target price a 2 euro e il giudizio buy sui fondamentali della società.

D’altra parte smalto al titolo lo hanno dato ieri anche le vendite record registrate da Danone: nel 2012 il gruppo francese ha archiviato ricavi oltre i 20 miliardi di euro per la prima volta nella sua storia e ha così deciso una distribuzione di un dividendo di 1,45 euro per azione, in rialzo del 4,3% rispetto all’anno prima.

A spingere il titolo ci sono poi le voci di un possibile delisting tramite Opa residuale  da parte di Lactalis che ne possiede l’83%. Ipotesi già circolata e presa in considerazione dagli analisti ma che ad alcuni sembra poco probabile nel breve visto proprio l’alto indebitamento di Lactalis. Ma con gli azionisti di minoranza la strada è già da tempo in salita e non basterà offrire un soldo e via: il 28 febbraio è attesa l’udienza per decidere se disporre un’ispezione nell’ambito del processo civile sull’acquisizione di Lactalis Usa, controllata di Lactalis, da parte della stessa Parmalat che ha fatto insorgere i piccoli soci e il fondo Amber e gridare allo scippo della cassa del gruppo di Collecchio.

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