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Parità di genere, Perrazzelli (Bankitalia): “Il Pnrr è una grande occasione”

Imagoeconomica

“Per raggiungere la vera parità di genere non basta accontentarsi del rispetto di quote imposte dalla legge. Serve di più. Serve garantire parità di condizioni competitive tra i generi che richiedono innanzitutto di riequilibrare il gap salariale ma anche di approntare un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro”. Questo l’appello lanciato giovedì da Alessandra Perrazzelli, vicedirettrice generale della Banca d’Italia, nel corso di un webinar dal titolo Banche e diversità di genere.

All’indomani dell’approvazione alla Camera della legge che si occupa proprio dell’uguaglianza di genere, Perrazzelli ha ricordato che questo tema rappresenta all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza “una delle tre priorità trasversali in termini di inclusione sociale; per l’Italia è un’occasione cruciale per imprimere un vero cambio di rotta, anche considerato che nell’indice sull’uguaglianza di genere, elaborato dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere su dati del 2020”, il nostro Paese “ha ottenuto un punteggio nettamente inferiore alla media europea. Le misure previste dal Piano per colmare questo gap sono molteplici e in prevalenza rivolte a promuovere una maggiore partecipazione femminile al mercato del lavoro”.

In questo contesto, “la Banca d’Italia intende assumere un ruolo di primo piano per incoraggiare la parità di genere nell’industria bancaria e, più in generale, favorire l’adozione di assetti amministrativi e gestionali più sostenibili – ha continuato la vicedirettrice generale di Via Nazionale – Nel confronto con le altre autorità bancarie europee, le iniziative regolamentari della Banca d’Italia ci vedono pionieri e speriamo possano costituire un utile modello”.

Infine, Perrazzelli ha sottolineato che “una componente essenziale su cui intervenire per realizzare una vera parità di genere è quella culturale, che passa inevitabilmente dall’istruzione: occorre assicurarsi che tutti abbiano eguale accesso alla formazione di quelle competenze chiave (digitali, tecnologiche e ambientali), indispensabili per una carriera di successo”.

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