Dopo alcune settimane di relativa tranquillità, è tornata ad esplodere la rabbia dei gilets jaunes in Francia. Ancora una volta, è stata soprattutto la capitale Parigi ad essere stata presa d’assalto: i manifestanti, secondo il ministero dell’Interno, sono solo 10.000, molti meno rispetto a quelli delle prime manifestazioni, ma hanno messo la città a ferro e fuoco. In particolare, si sono segnalati scontri con la polizia, incendi e saccheggi: undici persone sono rimaste ferite dopo che i facinorosi hanno dato alle fiamme un palazzo nei pressi degli Champs Elysees. Il fuoco, per la precisione, è stato appiccato nella filiale di una banca in un edificio in Franklin Roosevelt Avenue. “Le persone che hanno commesso questo atto non sono né manifestanti né dei rivoltosi: sono degli assassini”, ha scritto su Twitter il ministro dell’Interno francese, Christophe Castaner.
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Questo è “l’Acte 18” dei gilets gialli, ovvero il 18esimo sabato consecutivo di manifestazioni, più o meno violente, più o meno partecipate, ma iniziate ormai da più di quattro mesi. Il nome dato a questo appuntamento non lasciava presagire nulla di buono: “l’ultimatum”. Ed è anche tornata a crescere la partecipazione, ancora lontana da quella dello scorso autunno, ma rinvigorita rispetto ai meno di 3.000 manifestanti di sabato scorso. E’ proprio sugli Champs Elysees, uno dei luoghi simbolo della Ville Lumiere, ad essersi scatenata più forte la rabbia: oltre al palazzo dato a fuoco, sono stati devastati e saccheggiati negozi delle grandi griffe internazionali e ristoranti, oltre che diverse edicole. Da segnalare la devastazione di gioiellerie e boutique come Hugo Boss, Lacoste, Nespresso, e anche la famosa brasserie Le Fouquet’s, che non a caso ospita regolarmente presidenti e ministri.
Inoltre, tre automobili con agenti di polizia che si spostavano per un’emergenza sono state bersaglio di bastonate da parte di manifestanti: armati anche di cartelli stradali divelti, gli assalitori hanno costretto le auto – che non avevano insegne della polizia all’esterno – a indietreggiare e darsi poi alla fuga. E per la prima volta, nel pieno degli scontri, il primo ministro francese Edouard Philippe è sceso in piazza ad incoraggiare e stringere la mano agli agenti davanti al Grand Palais. “Venire a Parigi per scontrarsi con la polizia è inaccettabile”, “chi giustifica e incoraggia queste azioni se ne rende complice” ha detto Philippe.