Tom Boonen corre oggi la sua ultima Parigi-Roubaix per centrare la quinta vittoria nella classicissima del pavé. Primatista con Roger De Vlaeminck, il fuoriclasse belga ha corso un altro anno prima di appendere la bicicletta al chiodo per cullare questo sogno dopo aver visto sfumare la cinquina nell’ultima edizione, protagonista assoluto beffato sul traguardo da un outsider, l’australiano Mathew Hayman. Non voleva lasciare la sua corsa. Eccolo oggi di nuovo sulle dure pietre del Nord a sfidare tutti, da Peter Sagan a Greg Van Avermaet, anche se nella leggenda della Roubaix Boonen è ormai entrato di diritto al termine di una carriera da assoluto dominatore delle classiche-monumento del pavé con le quattro vittorie nella Roubaix (2005, 2008, 2009 e 2012) e i tre trionfi nel Giro delle Fiandre (2005, 2006 e 2012).
La Roubaix vive dei suoi eroi. Uscito di scena nel 2016 Fabian Cancellara, il Velodrome di Roubaix darà l’addio a un altro suo grandissimo interprete. Che lo faccia da vincitore sollevando per la quinta volta il trofeo di pietra che dal 1977 – quarta vittoria di De Vlaeminck- ha sostituito la tradizionale coppa è l’augurio di chi ama il grande ciclismo, indipendentemente dal tifo di bandiera. Ma non sarà facile per Boonen perché la concorrenza è agguerrita. A vincerla per la prima volta da tempo ci provano anche Sagan e Van Avermaet, che sono oggi i più temibili avversari di Boonen. Ma occhio anche a John Degenkolb, trionfatore due anni fa, e ad Alexander Kristoff che da tempo non centra più una grande traguardo dopo la straordinaria doppietta Sanremo-Fiandre nel 2015. E nell’inferno del pavé, con i suoi viottoli dove ogni pietra rappresenta un insidia, anche la iella gioca un ruolo determinante. Ne sa qualcosa anche Boonen, messo fuori giuoco da un incidente meccanico domenica scorsa mentre inseguiva il sogno di una quarta vittoria nella Ronde, classica-monumento conquistata da un superbo Philippe Gilbert, che ha rinunciato ancora una volta alla Roubaix puntando sulla Liegi-Bastogne-Liegi.