Per ora è l’Hotel Salè, un elegante palazzo di stile ottocentesco situato nel Marais, quartiere artistico nel cuore di Parigi. Ma nel 2014 sarà conosciuto in tutto il mondo come “il” grande Museo Picasso, il più ricco e prestigioso fra i tanti dedicati all’artista spagnolo di inizio secolo.
Questo almeno secondo le intenzioni tipiche delle manie di “grandeur” francesi, che però intanto per due anni hanno tenuto fermo il progetto per problemi amministrativi. Solo nello scorso settembre il via libera ufficiale per il progetto, che prevede una vera e proprio rivoluzione dello spazio e dell’offerta culturale.
Comunque, megalomanie transalpine a parte, il contenuto del futuro museo sarà di tutto rispetto, grazie alla generosa donazione effettuata nel lontano 1973 dagli eredi di Picasso e dalla stessa Jacqueline Picasso, ultima consorte del maestro del cubismo: oltre 5mila opere e ben 200mila pezzi di repertorio a lui attribuibili.
L’ex sede del museo, istituito nel 1985, era ormai troppo piccola, e a fronte del mezzo milione di visitatori annui era anche diventata fuorilegge rispetto alle norme sulla sicurezza. Ma il vero obiettivo è dare spazio a tutto l’immenso patrimonio picassiano, ristrutturando in lungo e in largo l’intera area circostante (e sottostante) l’Hotel Salè.
Da qui a 3 anni la superficie secondo il progetto triplicherà (6300 mq) e sarà in grado di ospitare sia la mostra permanente, caldeggiata dai turisti stranieri, sia mostre temporanee, chieste a gran voce dal pubblico di casa.
Insomma, ce ne sarà per tutti. Ma a quale prezzo? Il progetto è ancora in fase di studio, è in corso un concorso per appaltare il tutto ad architetti internazionali. Si sa già però che il costo complessivo dell’operazione è di 54 milioni di euro, di cui soltanto 28,5 milioni per ristrutturare l’Hotel Salè.
Lo Stato finanzia l’investimento per 19 milioni, ovvero per un terzo. E il resto? Attraverso una trovata della direttrice, Anne Baldassari, che da diversi anni ormai manda le opere del museo in giro per il mondo. Un Picasso itinerante e “chiavi in mano”: solo i costi di spedizione (ovviamente a carico dei riceventi) e l’esposizione è “affittata”. Dal 2008 il povero Pablo ne ha fatti di chilometri: dalla sua Spagna al Giappone, passando per Usa, Emirati arabi, Russia, Finlandia e Australia.
Praticamente, nell’anno dell’apertura, il 2014, la mostra sarà già stata vista in “anteprima” da 6 milioni di persone in tutto il mondo! E i francesi che cosa ne pensano? Non sono gelosi? No, secondo il sondaggio del Figaro il 90% di loro è d’accordo con questa iniziativa: il fine giustifica i mezzi, e grazie a quei soldi il più grande Museo di Picasso del mondo ce l’avranno loro.
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