In alcuni Paesi, e in alcune città, il Covid non è un pretesto per non pensare al futuro. L’emergenza costringe ad occuparsi dell’oggi, ma resta importante anche lo sguardo sul domani. Senza rinnegare gli impegni ambientali presi in campagna elettorale. Chissà che cosa ne penseranno i parigini quando, nei prossimi giorni, saranno chiamati ad esprimersi, attraverso una consultazione rigorosamente online, non sull’utilizzo della mascherina o sugli aiuti economici da ricevere per la perdita del lavoro o la chiusura dell’attività, ma su cosa fare dei pezzi di carreggiata oggi occupati dalle automobili, ma un domani non più. E’ il grande progetto green, per certi versi rivoluzionario, della sindaca socialista Anne Hidalgo, appena rieletta con un consenso così ampio che molti la vedrebbero bene all’Eliseo, quando finirà il mandato del contestatissimo Emmanuel Macron.
Ma lei ha già declinato la proposta, lei si vede ancora sindaco di Parigi. E che sindaco. Alla faccia del Covid, Hidalgo (che è stata rieletta anche grazie all’alleanza con i Verdi) tira dritto nel suo progetto verde che vuole fare della capitale francese la “città del quarto d’ora”, un modello di sviluppo della rete di mobilità dolce e di potenziamento dei servizi pubblici di prossimità che fa già tendenza in mezza Europa (se ne parla anche a Milano). La rivoluzione ecologica prevede anche più verde, più biciclette e monopattini (si punta a raggiungere i 50 km di piste ciclabili) e una serie di misure che agli automobilisti di sicuro non piaceranno: limite di velocità a 30 km orari in tutta la città (salvo ovviamente che sulle grandi arterie) e 70.000 automobili in meno parcheggiate in superficie, sopprimendo la metà degli attuali posti per parcheggiare su vie e piazze della Ville Lumiere.
L’idea è quella di una città slow e con un effetto – anche visivo – meno “sfasciacarrozze”: si libereranno così circa 700.000 metri quadrati di spazi sulle strade, da destinare ad un utilizzo più sostenibile. Quale utilizzo, saranno i cittadini a deciderlo. Gli stessi cittadini che ormai, come ha ricordato l’assessore alla mobilità David Belliard, solo per il 30% possiedono un’automobile di proprietà (nel 2007 erano il 41%): 3 residenti su 10, “e il 75% la utilizza solo nel fine settimana”. Per votare basta andare sul sito del Comune di Parigi (questo il link): si tratta di esprimere liberamente la propria opinione su come “reinvestire” lo spazio liberato e restituito alla città, magari per aggiungere piste ciclabili, zone pedonali, alberi o giardini, fermate di autobus, parcheggi per il car sharing o perché no per concedere più terreno ai gestori di bar e ristoranti, consentendo di rispettare il distanziamento tra i tavolini.
I risultati della consultazione verranno resi noti nel 2021, ma intanto il sito del Comune fornisce alcuni dati utili, per farsi un’idea: le automobili che restano parcheggiate per tutta la settimana occupano spazio per 250 km di strade, pari alla distanza tra Parigi e Lille; in tutta la città i parcheggi riservati ai disabili sono 4.400, il 50% in più di quanto previsto dalla legge; sull’intera rete stradale parigina (1.700 km) solo il 38% è costeggiata da alberi. Un dato quest’ultimo sicuramente migliorabile, anche se il questionario non esclude utilizzi meno green ma altrettanto importanti dal punto di vista pratico, come ad esempio l’aumento delle aree di sosta veloce, per facilitare il lavoro delle consegne a domicilio, anche questa un’attività esplosa in tempi di Covid. Nel lotto delle ipotesi non mancano iniziative solidali come i “frigoriferi sociali”, o culturali come le “boites-à-livres”, le mini biblioteche per scambiarsi gratuitamente i libri. Ma anche, importantissimo, l’aumento delle colonnine di ricarica per auto elettriche, che a Parigi oggi sono 2.162.
E tutti coloro che hanno ancora la macchina e vorrebbero ancora usarla e parcheggiare comodamente? Hidalgo ha pensato anche a questo, ricordando che a Parigi ci sono la bellezza di 621.600 parcheggi sotterranei (quasi il quintuplo di quelli in superficie), buona parte dei quali sottoutilizzati. Probabilmente a causa del costo, ma ora il Comune punta a calmierare i prezzi, stabilendo con i gestori una tariffa accessibile a tutti: “Del resto conviene anche a loro – fanno sapere dall’Hotel de Ville -: la nostra politica contribuirà ad aumentare il tasso di occupazione dei parcheggi privati“. Si tratta in definitiva di porre fine ad una anomalia: a Parigi il 50% del suolo pubblico è destinato alle automobili, che ormai rappresentano il 13% dei flussi. Ormai la macchina non serve nemmeno per fare la spesa: il 79% la fa a piedi, il 4% usa i mezzi pubblici, il 3% in scooter o bici, il 14% in macchina. Un mezzo decisamente dell’altro secolo.