La Sala degli Animali è una delle collezioni più suggestive e affascinanti delle raccolte papali in Vaticano. Costituita da Clemente XIV, questa collezione comprende tra le più belle sculture raffiguranti animali dell’antichità e realizzati con i marmi più preziosi e le pietre delle più svariate policromie.
Pio VI (1775-1799) fece ampliare le sale e affidò l’incarico agli scultori del tempo di arricchire la raccolta di animali con nuove creazioni in stile antico.
Roma, attorno al 1783
Attribuito ad Antonio Moglia, Leopardo Seduto
18 cm x 18 cm; piedistallo 6 x 20,5 x 9,6 cm
Il Leopardo della collezione Riahi, stimato € 200.000 – 300.000, spicca per l’utilizzo del rarissimo marmo giallo tigrato, la cui composizione rende il mantello del felino estremamente naturale ed elegante. Il marmo giallo tigrato proviene da alcune cave utilizzate fin dall’antichità e il materiale si trova in diverse chiese romane, come quelle di Santa Maria Maggiore e di Sant’Andrea della Valle.
Abbiamo poche informazioni sull’artista Antonio Moglia, la cui attività è rintracciabile in particolar modo nella Roma della seconda parte del XVIII secolo. Conosciamo tuttavia il suo operato in Vaticano e alcuni suoi restauri effettuati su marmi appartenuti a Ludwig I di Baviera. Ciò di cui siamo certi è indubbiamente il suo estro e il suo virtuosismo nel plasmare e definire la materia con una naturalezza in grado di conferire vita propria al marmo.
Altri due esemplari realizzati in marmo tigrato, di dimensioni più grandi, sono custoditi in alcune collezioni private; un terzo di cm 43.5 è stato recentemente venduto da Christie’s a Parigi il 16 Maggio 2017 a € 722.500.
La provenienza del leopardo, prima di giungere nella collezione di Djahanguir Riahi finanziere – amateur d’arte e donatore del Museo del Louvre – è rintracciabile nella Collezione Goldschmidt e nella Collezione Charles de Vogue, entrambi di Parigi.