Con un tuffo nella Senna, due giorni prima dell’apertura delle Olimpiadi, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha mandato al mondo il messaggio potente della pulizia e della protezione dell’ambiente. Niente è impossibile se si ha voglia fare, anche ripulire la Senna. Peccato che la gara di Triathlon sia stata annullata perché la qualità dell’acqua non è ancora adeguata alle competizioni. Ma andiamo alla sostanza: il messaggio della Hidalgo intendeva dire che Parigi e la Francia hanno affrontato le Olimpiadi nel modo più green possibile. Un primato? Perché no, dato che già se ne parla nelle Università e abbiamo potuto vedere direttamente quel che raccontiamo.
Lungo la Senna sono stati fatti interventi di pulizia da presentare al mondo intero. Le complicazioni per il Comitato Olimpico Internazionale e gli atleti non erano, tuttavia, scomparse del tutto. Del resto a chi passa sulle rive droite o gauche non sfugge che il fiume è molto trafficato, attraversato continuamente da bateaux mouche e che a ridosso dei Quai da anni stazionano barche-dimore. Ma i francesi, si sa, non rinunciano a ribaltare le situazioni anche più ostiche. L’Olimpiade – la terza qui- è l’occasione per misurare la sostenibilità come idea di futuro, di tutta la nazione, non solo dei simboli della Capitale. Una carta che andava giocata. Emanuel Macron si è preso il ruolo di regista occulto anche di questo filone, ma tutti gli apparati della amministrazione pubblica si sono impegnati per vincere la sfida. Anche dell’economicità e nessuno ha messo in conto attacchi politici da Marine Le Pen, anche perché alla patriota l’evento non dispiace.
Un budget misurato
L’orgoglio francese si è allargato nei territori man mano che si avvicinava la data dell’evento. Abbiamo visto sul campo come Paris2024 sia stata costruita come manifestazione universale a basso impatto ambientale. Politica e apparati statali ne hanno fatto una specie di comandamento laico. Perché mai realizzare 60 Km di piste ciclabili per atleti, staff e turisti? Non solo per guardare la Tour o percorre i boulevard, evidentemente. E la Hidalgo a nuoto nella Senna è la stessa Madame che ci fa viaggiare a 30 all’ora in automobile o ci castiga sul costo del parcheggio. Gli 8,8 miliardi di euro stanziati per l’evento a consuntivo saranno certamente di più. Ma non molti di più. Per organizzare 329 gare in 32 discipline con più di 10mila atleti da 205 paesi, quella cifra un pò al rialzo va bene.
Peraltro, due Università – Unicusano e Oxford – hanno analizzato per bene il budget. 1200 imprese dentro e lontano da Parigi hanno lavorato con poco spreco, tanta manodopera e immaginando ringraziamenti pubblici. Non è cosa da poco per l’economia nazionale. In genere alla fine delle gare, i budget olimpici superano quasi sempre del 50% la cifra iniziali. Qui, grazie alle scelte di sostenibilità nelle strutture, nei trasporti, nell’energia, le spese saranno le meno costose dal 1988 in avanti. “Un primato che rincuora” scrive Unicusano se si pensa che la Russia nel 2014 spese 50 miliardi di euro e la Cina nel 2008, 41 miliardi. Il bilancio turistico e gli affari per gli sponsor sono a parte.
Città e villaggi, tra passato e futuro
L’energia elettrica assicurata dagli impianti nucleari è stata integrata da milioni di Kw prodotti da fonti rinnovabili, terminali elettrici a scomparsa, strutture in autoproduzione. Di persone contrarie al nucleare non ne abbiamo viste o sentite. Se poi i turbo-ambientalisti stanno dietro ai sabotaggi ai treni e alla fibra ottica, è tutto da vedere. Il villaggio olimpico a Sant Denis con circa 3 mila appartamenti, ha 50 ettari di aree pedonali, spazi verdi ed è la sintesi di una mini-città del futuro. Il paese ha colto l’occasione per fare i conti con un passato complicato e dispendioso per banlieu sgarrupate in debito di civiltà. Sant Denis è un polmone multiforme della cintura parigina dove lo Stato destinerà quegli alloggi alla popolazione. Ci sarà nuova vita ? Intanto il villaggio è stato progettato e costruito con materiali a basso impatto ambientale, meno costosi sul mercato, riutilizzando anche vecchi mobili negli alloggi per gli atleti.
“Abbiamo qualcosa da rimettere a posto per le Olimpiadi” chiedeva Macron ? E a monsieur le President veniva presentata una lista di strutture da rigenerare: fatto. Una scelta straordinaria di recupero del 95% degli edifici dove gli atleti si disputano le medaglie. Al Comitato Olimpico Internazionale (Cio) all’inizio erano perplessi, poi hanno seguito i lavori e si sono convinti anche loro che i grandi eventi sportivi possono puntare sulla rivitalizzazione dell’esistente. 5mila nuovi impianti sono stati, comunque, creati nelle città ospitanti le gare e saranno per i cittadini. Osservando i cantieri veniva in mente l’abbandono dello stadio Flaminio di Roma ideato da Pier Luigi Nervi, icona delle Olimpiadi di Roma del 1960 , triste memoria di una Capitale e di una improvvisata e fugace sindaca che di eventi internazionali non ha capito granché. La lezione di Paris 2024 è che con uno Stato forte e idee vincenti anche lo sport diventa mezzo per toccare mete non irraggiungibili come ci ha mostrato quel cavallo in corsa sulla Senna la sera dell’inaugurazione.