Come era prevedibile, Disney è stata costretta a chiudere già da metà marzo i suoi parchi divertimento in tutto il mondo causa coronavirus. La notizia però è che dal 19 aprile alcuni dipendenti di quei parchi perderanno il loro lavoro: non c’è alternativa, la riapertura non è prevedibile a breve e dunque ne saranno licenziati in tutto 43.000. Disney ha già trovato l’accordo con i sindacati, impegnandosi quanto meno a a pagare l’assicurazione sanitaria dei dipendenti licenziati per 12 mesi.
I Disneyland Park nel mondo sono ben sei, di cui due negli Stati Uniti e nessuno in Italia: oltre al primo, considerato l’originale, aperto nel lontano 1955 ad Anaheim, nella periferia di Los Angeles, sono stati poi inaugurati nell’ordine il Walt Disney World in Florida nel 1971; il Tokyo Disneyland nel 1983; il Disneyland Paris nel 1992; l’Hong Kong Disneyland nel 2005; e lo Shanghai Disney Resort nel 2016. Il primo parco di Los Angeles, che a luglio compirà 65 anni, non è lontano dal raggiungere il miliardo complessivo di visitatori.
Da notare che proprio pochi giorni fa, il 12 aprile, è caduto il 28esimo anniversario dell’apertura di Disneyland Paris, unico parco a tema in Europa. Quel parco inizialmente si sarebbe dovuto aprire in Italia: si era ipotizzata l’area dell’ex Italsider di Bagnoli. Oggi a Parigi lavorano 15.000 dipendenti di 100 nazionalità diverse, e l’attività del parco ha fruttato all’economia francese un valore aggiunto di oltre 70 miliardi di euro. Sarebbe stata un’opportunità per l’Italia, anche se oggi causa Covid-19 molti di quei 15.000 avrebbero perso il lavoro.