Condividi

Panic selling in Borsa per il rischio lockdown

Mercoledì nero per le Borse europee ma anche per Wall Street – A Milano il Ftse Mib perde anche quota 18 mila e scende di quasi il 4% – Bper il titolo peggiore – Lo spread Btp-Bund sale da 130 a 140 pb

Panic selling in Borsa per il rischio lockdown

Dopo l’esplosione della pandemia, le chiusure e il panico di marzo, torna la grande paura della recessione sui mercati e l’indice di volatilità di Wall Street rivede i massimi da giugno. I listini europei bruciano praticamente i guadagni estivi e chiudono oggi ai minimi da cinque mesi, in attesa che questa sera il presidente Emmanuel Macron parli ai francesi per annunciare, probabilmente, un nuovo lockdown volto a contrastare l’andamento fuori controllo dei contagi, mentre Angela Merkel sarebbe pronta a varare una serie di restrizioni a partire dal 2 di novembre. “Se aspettiamo che le unità di terapia intensiva siano piene, sarà troppo tardi”, ha detto il ministro della Sanità tedesco Jens Spahn, dopo che la Germania ha accolto pazienti dall’Olanda, perché gli ospedali dei Paesi Bassi sono già al limite.

Francoforte è la piazza peggiore e cede il 4,2%, seguita da Milano -4,06% (che perde quota 18mila punti, fermandosi a 17.908), Parigi -3,4%, Madrid -2,61%, Londra -2,51%. Le vendite sono spalmate su quasi tutti i settori, dalle banche, ai trasporti, al turismo, auto e petroliferi, mentre l’oro nero arretra con convinzione nella prospettiva di un calo della domanda a fronte di un pesante rallentamento delle attività. Il future Brent, gennaio 2021, perde il 5,2% e scambia a 39,45 dollari al barile; il contratto del greggio dicembre 2020 perde quasi il 6%, 37,2 dollari al barile. Salgono inoltre più del previsto le scorte settimanali Usa.

L’avversione al rischio si fa sentire a Wall Street che registra al momento perdite vicine al 3% sui diversi indici. I 30 titoli del Dow Jones sono tutti in calo, mentre l’accordo sugli aiuti fra repubblicani e democratici non sta andando in porto e le elezioni si avvicinano, con il rischio che il risultato non sia nemmeno chiaro e getti il paese in un’ulteriore fase di stallo. L’attenzione, oggi, è rivolta inoltre alla testimonianza degli amministratori delegati di Alphabet, Facebook e Twitter, davanti a una commissione del Senato, a proposito della responsabilità dei contenuti pubblicati sulle loro piattaforme.

Gli acquisti tornano invece sul dollaro, che si apprezza contro l’euro. Il cambio si muove in rosso per la moneta unica a 1,175. Il rafforzarsi del biglietto verde pesa sull’oro, che perde l‘1,5% e tratta a 1876,5 dollari l’oncia.

Sul listino principale di Piazza Affari la maglia nera anche oggi va a Bper, che perde un altro 7,21%, portando la sua performance annuale a -62,08%. Fra i bancari spicca il tonfo di Mediobanca, -4,97%, dopo i risultati del trimestre e il rinnovo del cda. La Delfin di Leonardo Del Vecchio ha votato la lista di Assogestioni, ma è stato confermato quasi in toto il board uscente guidato dall’attuale amministratore delegato Alberto Nagel. 

Fra i peggiori anche Intesa -4,87%. La lista dei titoli in perdita prosegue con Pirelli, -7,09%, che risulta soccombente anche con la Corte di giustizia europea che ha respinto la sua argomentazione secondo cui non dovrebbe essere ritenuta responsabile per la ex controllata e membro del cartello Prysmian (-2,16%). 

Le vendite affossano Buzzi -6,42%; Enel -6,02%;  Amplifon, -6%, dopo i conti dei primi nove mesi. Atlantia cede il 4,62%. Stamani Cdp ha dato l’ok all’offerta dettagliata, con conferma della forchetta di prezzo per l’acquisizione dell’88,06% di Autostrade per l’Italia. I brillanti risultati trimestrali non salvano Fiat, -3,87%, che si adegua al clima europeo nel settore.

L’unica blue chip positiva è Saipem, +1,11%, benché la giornata fosse cominciata malissimo alla luce dei risultati del terzo trimestre sotto le attese. La rotta è stata corretta dall’ad Stefano Cao, che stima un obiettivo di investimenti per il 2021 sopra il target di quest’anno, inferiore ai 400 milioni.

Negativa Eni- 3,52% dopo i risultati del terzo trimestre che registrano una perdita netta adjusted di 153 milioni a causa del persistente calo del prezzo del petrolio per la crisi del coronavirus, di poco sotto il consensus fornito dalla società di 180 milioni.

Agli investitori spaventati dalla situazione economica e sanitaria di Usa e Stati Uniti non resta che rifugiarsi nei titoli di Stato tedeschi e americani. Questo provoca un rialzo dello spread sul secondario italiano: la forbice fra Btp e Bund 10 anni si allarga a 139 punti base (+5,57%), con un tasso del titolo italiano in leggera salita a +0,76%, mentre il titolo tedesco rende  -0,63%.

È andata bene però l’asta dei Bot semestrali per 6,5 miliardi. Questi hanno spuntato un rendimento pari a -0,478%, in flessione di 9 centesimi rispetto all’asta del mese precedente e al di sotto del precedente minimo storico che risaliva al dicembre 2017 (-0,457%). Buona la domanda che si è attestata a 10,765 miliardi di euro, con un rapporto tra domanda e offerta pari a 1,66. Il regolamento dell’asta cade sul prossimo 30 ottobre.

Commenta